La protesta.

Raccolta rifiuti, disagi per lo sciopero degli addetti 

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Notevoli disagi ieri nella raccolta porta a porta dei rifiuti in città per lo sciopero, culminato in una manifestazione davanti alla prefettura, da parte dei lavoratori dell'igiene ambientale promossa da Fp Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Fiadel.

Niente ritiro

In molte vie della città la spazzatura non è stata ritirata anche perché secondo i sindacati l’adesione sarebbe stata di oltre il 90 per cento. Le richieste dei rappresentanti dei lavoratori non si limitano alla questione del rinnovo contrattuale, ma riguardano anche importanti investimenti e valorizzazione del personale. E soprattutto sicurezza.

La battaglia

Bandiere e interventi per chiedere più attenzione. «Il contratto di lavoro è scaduto lo scorso dicembre - spiega Luisa Schirru, segreteria Fp Cgil Cagliari - e noi come organizzazioni sindacali abbiamo chiesto delle risposte certe su delle gravissime problematiche che affliggono soprattutto gli operatori del settore. Chiediamo che si implementino tutte le norme e gli strumenti di prevenzione per la salute e la sicurezza affinché questo settore smetta di essere al primo posto per infortuni che sono spesso mortali».

E ancora: «Noi chiediamo che vengono rinforzate tutte le misure e che si focalizzi l'attenzione sulla salute e la sicurezza affinché questo triste primato non sia più presente. Importante eliminare quelle che sono le cause più frequenti di incidenti mortali o incidenti talmente gravi che poi provocano gravi condizioni di disabilità. Finora - conclude Schirru - abbiamo sempre avuto risposte al ribasso».

Le richieste

«La nostra - dichiara Gianluca Langiu, segretario regionale della Fit Cisl Sardegna - non è una protesta di categoria, ma una battaglia di civiltà. Il lavoro ambientale è un presidio di salute pubblica e di tutela dell'ambiente. Ogni giorno migliaia di lavoratrici e lavoratori garantiscono servizi essenziali, spesso in condizioni difficili, con carichi pesanti, temperature estreme e strumenti inadeguati».

E conclude: «È inaccettabile che, dopo due anni di contratto scaduto, la trattativa resti ferma e che le proposte datoriali puntino a ridurre tutele e diritti invece di valorizzare le persone».

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