Alghero.

Congresso Fasi,  lo Statuto divide i delegati 

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«Ci convocano al Congresso con il vecchio Statuto e poi ci chiamano a votare con quello nuovo. Una contrapposizione che potrebbe dare adito a ricorsi, come ha potuto rilevare anche l’ordine di controllo». Rita Danila Murgia, coordinatrice nazionale Gruppo Donne della Fasi è profondamente delusa dagli ultimi accadimenti all’interno della “casa degli emigrati sardi”. «Prima hanno tentato di escluderci dal voto e poi ci è stato proposto un regolamento di attuazione del Congresso che non risponde allo Statuto in vigore» incalza Murgia, rappresentando le perplessità di tanti delegati che ieri si sono riuniti al Cinema Miramare per ascoltare la relazione del presidente nazionale uscente, Bastianino Mossa, ancora candidato alla guida della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia.

«Abbiamo lavorato con metodo e trasparenza – ha detto Mossa – per rafforzare la struttura organizzativa dotandola di nuovi strumenti statutari, per rilanciare i progetti economici e sociali, per sostenere la cultura e coinvolgere le donne e i giovani, non come simbolo, ma come parte attiva». In prima fila anche l’assessora regionale dei Trasporti, Barbara Manca, accanto al sindaco Raimondo Cacciotto che ha voluto donare all’associazione dei sardi il gagliardetto del Comune di Alghero, città scelta per l’VIII Congresso nazionale. Poco prima, durante la riunione del Consiglio direttivo nazionale Fasi, ci sono stati momenti di grandissima tensione, dovuti, appunto, all’introduzione a gamba tesa del nuovo Statuto che già oggi verrà messo a votazione dal Congresso. «Le modifiche introdotte, in particolare quelle relative alle modalità di voto e alla presenza di più liste, – spiega Sara Nicole Cancedda, la coordinatrice nazionale Gruppo Giovani – rappresentano un cambiamento significativo rispetto alle prassi consolidate. Tali variazioni avrebbero richiesto un confronto preliminare, aperto e partecipato, per garantire che ogni voce fosse ascoltata e ogni implicazione valutata». Domenica si vota. «In un clima di confusione tra gli elettori – avvisa l’avvocata Cancedda – con il rischio di frammentare il corpo elettorale, minando così la coesione e la legittimità del processo».

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