Un “no” forte e chiaro alla Rwm, la fabbrica di Domusnovas che produce materiale militare. In 150 si sono radunati ieri mattina sotto il Consiglio regionale, per una protesta pacifica organizzata dal Comitato Sa Paxi, che raggruppa una quarantina di associazioni ambientaliste e antimilitariste. L’azienda ha recentemente deciso di effettuare ordini di droni da combattimento da consegnare a otto paesi in Europa.
«Dopo la manifestazione del primo agosto davanti alla fabbrica, abbiamo chiesto alla Regione che intenzioni avesse», dice Angelo Cremone, portavoce di Sardegna Pulita, «non ci hanno risposto. Questo è un valzer dell'ipocrisia: certi politici piangono per i bimbi uccisi dalle bombe e poi non dicono nulla su quelle prodotte a Domusnovas». La richiesta alla Regione è quella di aprire un tavolo di discussione sulla riconversione. «Se c'è volontà politica», prosegue Cremone, «lo si può fare. La Rwm può essere riconvertita in un centro caseario regionale che raccolga il latte dei pastori, in un centro agroalimentare, in una fabbrica di mattoni per ricostruire le case distrutte dalle bombe o in un centro forestale che si occupi di riforestare le zone colpite dagli incendi. Sono solo proposte, deve decidere la politica».
Lidia Frailis, portavoce di Donne Ambiente Sardegna, ricorda che Domusnovas è immersa nel verde, ma in mezzo c’è l’ennesima zona militare: «Immaginate l'impatto visivo in chi visita la zona. Questa fabbrica produce morte, non beni essenziali. È vero che i lavoratori devono lavorare, ma non può essere questa l’unica forma di occupazione. Nel Sulcis la politica ha lasciato un deserto occupazionale e ora dice che chiudere la Rwm equivarrebbe a mandare per strada i dipendenti. La riconversione si può fare».
Per Giacomo Meloni, segretario della Confederazione Sindacale Sarda, «non è vero che in Sardegna se vuoi lavorare devi anche produrre armamenti. Ai politici chiediamo: avete la volontà di riconvertire la Rwm? Dovete decidere oggi. Sì al lavoro che produce vita e benessere».
Anche il parroco del Cuore Immacolato di Maria di Iglesias, don Roberto Sciolla, è voluto esserci: «I cristiani devono interessarsi ai temi della pace e della convivenza e dire no a ciò che conduce alla guerra e alla distruzione. Vorrei che la Chiesa fosse più coinvolta in questa lotta contro la produzione di armi e bombe».
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