Il caso.

«Questa chiesa abbandonata da tutti» 

Lo sfogo del parroco: sono rimasti pochi fedeli, campiamo col sostegno della Caritas 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Piazza e chiesa del Carmine: storia di una rinascita ancora tutta da venire. Ma se per quello che è stato il “salotto buono” dei cagliaritani qualcosa si sta muovendo per ridargli dignità e decoro, il tempio dei padri Carmelitani è da quasi cinque anni desolatamente chiuso. La storica parrocchia di Stampace basso vive, oramai dagli anni del Covid, in una sorta di perenne coprifuoco.

L’appello del parroco

«Fra l’indifferenza generale», afferma il parroco, padre Giuseppe Basile «la nostra comunità è a rischio di estinzione. Dalla prossima settimana smetteremo anche di celebrare la Messa serale perché le poche persone che ancora frequentano, a quell’ora hanno paura». Oggi l’accesso alla chiesa è unicamente dalla via Isola Tavolara, «autentica terra di nessuno, latrina a cielo aperto, discarica di ogni genere di rifiuti, dove i nostri anziani temono di avventurarsi».

Gli aiuti della Caritas

Fa specie che, fra gli assistiti della Caritas diocesana, ci sia anche una parrocchia. «Sia io che il viceparroco, padre Norbert, viviamo di quello che ci passa la Chiesa con i fondi dell’8 per mille senza toccare un centesimo delle offerte dei fedeli. Rimaniamo anche mesi senza applicazioni per celebrare Messe e dobbiamo ringraziare don Marco Lai e la Caritas che ci aiutano a pagare le bollette delle utenze perché altrimenti non sapremmo come cavarcela». La chiusura della chiesa del Carmine venne decisa per mettere in sicurezza l’edificio di culto da pericolose infiltrazioni dal tetto. Poi si scoprì che anche le capriate delle volte erano tarlate e a rischio di cedimenti. «Morale: da allora, e sono trascorsi cinque anni, nulla o quasi si è mosso. I banchi sono ammassati e impolverati al centro della chiesa, i mosaici di Aligi Sassu mostrano chiari segni di umidità come altri preziosi altari. Una desolazione infinita». Mentre all’esterno, la breve scalinata accoglie un folto gruppo di sbandati e senza fissa dimora che su quei gradini passano la notte.

Quale futuro?

Il Carmine, costruita ai margini di Stampace nel XVI secolo, con la “cappella Ripoll”, splendido esempio di architettura rinascimentale a Cagliari (come il Sant’Agostino di via Baylle) venne semidistrutta dai bombardamenti del ’43 e praticamente ricostruita ex novo con l’aggiunta di un alto campanile, sormontatoda una piramide con la statua bronzea della Madonna, opera di Franco D’Aspro. «Parliamo di una chiesa monumentale molto amata dai cagliaritani», dice amaro il parroco. «Per il quinto anno, il prossimo 16 luglio, celebreremo la festa patronale in queste miserevoli condizioni. La nostra richiesta è che, quanto meno, venga messa in sicurezza in tempi brevi la navata centrale della chiesa così da permettere le celebrazioni e, si spera, anche il ritorno dei parrocchiani».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi