Garante.

Bloccato il video dell’autopsia 

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Pavia. Il Garante lo ha chiamato «accanimento informativo», in cui rischia di avvitarsi il caso di Chiara Poggi, la cui riapertura ha addirittura indotto una persona ad arrivare a offrire on-line, e a pagamento, la visione dell'autopsia della ragazza uccisa a Garlasco. L'Authority per la tutela della privacy, con un provvedimento d'urgenza, ha bloccato l'autore della pubblicazione del video, di cui non si conosce il nome a tutela di quella privacy che lui non ha invece ritenuto di rispettare nei confronti della ragazza e della sua famiglia. E ha lanciato un'altolà a tutti i mezzi di informazione affinché non diffondano queste immagini: farlo sarebbe una lesione «gravissima» della dignità della ragazza e dei suoi familiari. Il Garante, che si è pronunciato d'urgenza sul fatto, si è riservato di prendere ulteriori provvedimenti anche di carattere sanzionatorio: lo farà all'esito della definizione di un'istruttoria avviata sul caso.

L’intimazione

Intanto, d'urgenza, ha ordinato all'autore della pubblicazione del video di fermarsi e di comunicare, entro sette giorni dalla data di ricezione del provvedimento, «quali iniziative siano state intraprese al fine di dare attuazione a quanto prescritto» dal provvedimento e ricorda che «il mancato riscontro alla richiesta è punito con la sanzione amministrativa». Che, prevede il Regolamento per la protezione dei dati, per le violazioni più gravi, può ammontare fino a 20 milioni di euro (o, per le imprese, fino al 4% del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente, se superiore). Quanto ai media, l'Autorità ricorda che »l'eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita in quanto in contrasto con le regole deontologiche dei giornalisti e la normativa privacy». La diffusione di queste immagini, dice l'organismo, «anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima, lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari».

Indagine sul video

L'intervento è stato adottato in base alle disposizioni e ai limiti del trattamento dei dati personali. La circostanza per la quale il soggetto è entrato nella disponibilità di queste immagini, si legge nella stessa delibera del Garante, sarà invece «oggetto di separato accertamento».

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