Prenotare una visita alla Torre di Portixedda, nel cuore di Oristano, si rivela un’impresa più ardua che scalare lo stesso monumento medievale. L’edificio, gestito dalla Fondazione Oristano, è uno dei simboli storici della città ma oggi chi vuole visitarlo si ritrova in un labirinto burocratico che scoraggerebbe anche il più ostinato dei visitatori.
Il giro di telefonate
Tutto inizia con una telefonata al numero indicato sul pannello informativo a ridosso della torre. Risponde il centralino dell'Antiquarium Arborense, museo cittadino chiuso da 16 mesi per lavori, che indirizza al numero della Pinacoteca comunale. Ma una volta composto il secondo numero, la voce all'altro capo del telefono propone due opzioni: richiamare la mattina seguente oppure rivolgersi a un terzo contatto. Al quale risponde l’ufficio turismo del Comune, che a sua volta rimanda a un quarto numero. Diverso, ma con una sorprendente familiarità: ancora una volta è la Pinacoteca a rispondere.
Una mattina dopo, finalmente, chi persevera riceve un indirizzo e-mail a cui inviare la richiesta. Insomma, per vedere l’interno della Torre di Portixedda serve più determinazione che curiosità culturale.
Il degrado
Difficoltà di prenotazione a parte, la torre si presenta oggi in condizioni non proprio ottimali, a essere generosi. Avvolta dal verde dei rampicanti, sembra inghiottita dalla vegetazione, e l'impressione è quella di un bene lasciato a sé stesso anche all’interno visto che una finestra ai piedi del pavimento dell’unica stanza visitabile è letteralmente oscurata dalle erbacce cresciute all’interno.
Totem silenziosi
All’esterno di Portixedda, ma anche in altri punti dove si possono vedere i resti delle antiche mura, anni fa sono stati piazzati dei totem informativi ma ottenere informazioni è impossibile visto che il QR code che bisogna inquadrare con il cellulare per avere le informazioni storiche è fuori uso da tempo.
Eppure, il progetto dei totem (lanciato nel 2017 dall’allora assessore al Bilancio, il sindaco Massimiliano Sanna) doveva rappresentare un salto di qualità nella comunicazione turistica. Dieci totem, 216 metri quadrati di scritte, una spesa di 30mila euro. «Il progetto? Lo trovo molto positivo», aveva dichiarato Sanna. Due anni dopo, i totem attivi erano solo cinque: oggi nessuno è in funzione.
«Segnalazioni gradite»
ll presidente della Fondazione Oristano, Carlo Cuccu, non nega le difficoltà. «Per quanto riguarda le prenotazioni a Portixedda, bisogna tener conto che con l’avvio dei lavori all’Antiquarium le guide sono state temporaneamente dislocate in Pinacoteca, che funge da punto di riferimento anche per le visite alla Torre. Come da procedura transitoria, le prenotazioni possono essere effettuate via mail o per telefono. Eventuali disservizi? Sono gradite segnalazioni dirette ai recapiti della Fondazione: ci aiutano a monitorare e migliorare».
Informare gli utenti della procedura sarebbe, forse, un primo passo.
La replica
Sul fronte tecnologico, Cuccu ammette che «il QR code fa parte della cartellonistica risalente a un progetto oggi non più attivo. Stiamo valutando una sostituzione, ma sarà possibile intervenire solo dopo il rinnovo definitivo del contratto di servizi con il Comune, da cui dipende anche il titolo concessorio per le strutture».
Quanto alle condizioni della torre, il presidente chiarisce: «La manutenzione straordinaria è competenza del concedente (il Comune n.d.r). L’interno di Portixedda è accessibile e visitabile. Siamo intenzionati a implementarne gli allestimenti, nei limiti del possibile e in coerenza con quanto già fatto in passato».
Nel frattempo la Torre di Portixedda rimane, per ora, una bellezza nascosta. Letteralmente.
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