Il taser è «uno strumento imprescindibile». Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, difende l'utilizzo della pistola elettrica in dotazione alle forze dell'ordine dopo gli episodi di Olbia e Genova, dove due uomini di 57 e 41 anni sono morti dopo essere stati colpiti dalla scarica. In seguito alla tragica fine di Gianpaolo Demartis nella città gallurese e dell’albanese Elton Bani a Genova, il ministro bolla come «ideologica» la scelta di chi critica l'utilizzo dell'arma. «Il taser è fornito agli agenti proprio per evitare l'utilizzo di armi da fuoco», afferma Piantedosi: «Le regole di ingaggio prevedono che sia usato solo quando ci si hanno di fronte soggetti violenti e aggressivi, che rappresentano un concreto pericolo per i presenti. Dalle prime ricostruzioni è esattamente la situazione in cui si sono ritrovati i carabinieri intervenuti» a Olbia e a Genova.
Piantedosi ribadisce la «gratitudine» alle forze dell'ordine, oggetto di polemiche «pretestuose, pregiudiziali e infondate» ed esprime «profondo cordoglio per il decesso di due persone: l'autorità giudiziaria farà accertamenti e valutazioni». Ma, avverte, «nulla può mettere in discussione professionalità, equilibrio e impegno delle forze di polizia». Nei due casi, inoltre, «si tratta di carabinieri intervenuti in altrettante situazioni estremamente difficili e rischiose».
Le opposizioni, però, chiedono al Governo di chiarire quanto è avvenuto nel weekend di Ferragosto. «Appena riapre il Parlamento, chiederemo al ministro dell'Interno una relazione dettagliata sull'uso e sull'abuso del taser », dice il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. Al numero uno del Viminale sarà chiesto anche «quante volte l'arma è stata usata e quale sia l'incidenza di queste morti rispetto alla frequenza di utilizzo di questo strumento. Vedremo se è davvero imprescindibile».
I sindacati delle forze dell'ordine difendono il taser. Secondo Andrea Listo, segretario sardo del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, «di fronte alla tragedia e alla perdita di una vita umana, esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari della vittima di Olbia. Ma non possiamo accettare che, ancora una volta, si trasformi un dispositivo di difesa come il taser e, con esso, le stesse forze dell’ordine, nel bersaglio di processi sommari e accuse preventive». Per il Siulp, il «taser è uno strumento che ha ormai quasi del tutto sostituito l'utilizzo delle armi da fuoco letali in dotazione: è un'arma non letale, di difesa e non di offesa». Sulla stessa linea il Sindacato italiano militari carabinieri (Sim), per il quale è «fondamentale che la politica comprenda che la sicurezza non è solo una priorità per i cittadini: è necessario intervenire per assicurare che le operazioni siano svolte con piena protezione giuridica».
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