Le guerre

Missili americani sulla Nigeria «Colpito l’Isis, stermina i cristiani» 

Il blitz dopo le minacce. Il governo di Abuja: c’era il nostro via libera 

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Abuja. Donald Trump passa dalle parole ai fatti. Dopo aver minacciato la Nigeria per mesi, ha ordinato nella notte di Natale di lanciare i raid nel Paese per colpire l’Isis, colpevole di «uccidere brutalmente cristiani innocenti a livelli mai visti da anni, persino da secoli». Il commander-in-chief ha quindi avvertito: quanto accaduto potrebbe essere solo l’inizio se la situazione non migliorerà.

Le denunce

L’attacco è stato condotto con una decina di missili Tomahawk lanciati da una nave americana nel Golfo della Guinea, che hanno centrato due campi di militanti nello stato di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria al confine con il Niger, dove una branca dell’Isis chiamata “Stato islamico del Sahel” sta conducendo attacchi contro le forze governative e civili. L’operazione è stata condotta con il via libera del governo nigeriano, dopo oltre un mese di lavoro serrato dell’intelligence per raccogliere le informazioni necessarie. I raid seguono le molte denunce dei gruppi evangelici cristiani e di importanti esponenti repubblicani sulla persecuzione e sulle violenze subite dai cristiani nel Paese. Ma i dati su quanto realmente accade in Nigeria non sono chiari: la ong nigeriana InterSociety ha parlato ad esempio di 100mila cristiani uccisi dal 2009 contro i 60mila musulmani, ma non è chiaro come sia arrivata a tali cifre. I pareri tra gli analisti sono discordanti.

«Genocidio»

Del resto in Nigeria la situazione è caotica. Da anni è in corso un’insurrezione che ha causato migliaia di vittime sia fra i cristiani che tra i musulmani. Le ostilità sono concentrate nel nordest del Paese, dove gruppi come Boko Haram hanno ucciso migliaia di persone e continuano a imperversare. Nel nordovest della Nigeria, dove gli Stati Uniti hanno colpito, la violenza è invece per lo più alimentata da banditi armati e da bande criminali che rapiscono a scopo di estorsione. Le autorità locali hanno più volte respinto le accuse di genocidio contro i cristiani, spiegando che i gruppi armati violenti nel Paese prendono di mira indiscriminatamente musulmani e cristiani. Dopo che Trump ha ordinato in novembre al Dipartimento della Difesa di prepararsi a un intervento militare in Nigeria, le autorità locali hanno iniziato a collaborare in modo più stretto con gli Stati Uniti, anche in seguito alla minaccia del presidente di tagliare gli aiuti. «Gli attacchi di precisione contro obiettivi terroristici sono stati effettuati con il coordinamento del governo nigeriano», ha spiegato un portavoce del ministero degli esteri nigeriano, sottolineando che «la violenza terroristica in qualsiasi forma diretta contro cristiani o musulmani è un affronto ai nostri valori». È la seconda volta in una settimana che Trump ordina una rappresaglia militare contro una branca dello Stato islamico. Nei giorni scorsi gli Usa hanno sferrato un attacco contro l’Isis in Siria, per vendicare l’uccisione di due soldati americani. «Sotto la mia guida il nostro Paese non permetterà al terrorismo islamico di prosperare», ha affermato Trump nell’annunciare i raid in Nigeria sul social Truth: «Buon Natale a tutti- prosegue il post - anche ai terroristi morti: ce ne potrebbero essere molti altri se continueranno a massacrare i cristiani».

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