Con la conclusione dell’alta stagione arriva il tempo dei bilanci per il Parco di Molentargius. Quest'anno non ancora arrivato al capolinea, l’oasi ambientale che attrae in città una marea di turisti, ha fatto registrare un boom di accessi: ben 5.000 in più rispetto al 2024. Numeri destinati a crescere, perché se è vero che i flussi di viaggiatori sono calati con la ritirata delle compagnie low cost è altrettanto vero che migliaia di cagliaritani, soprattutto durante il fine settimana, prendono d’assalto il parco per ammirare i fenicotteri o, più semplicemente, per una pedalata o una passeggiata.
Il primato
Nel parco di Molentargius il calo dei voli consente di sistemare i dettagli e pianificare il futuro. «Ne approfittiamo per i lavori di manutenzione, la preparazione dei laboratori di educazione ambientale per le scuole e per testare il nuovo battello elettrico ed essere così pronti per la primavera prossima», spiega Juna Manca, della società “Innoi Sardinia”, che con una coop gestisce il parco. Il 2025 è stato particolarmente positivo, segno che l’oasi naturalistica è davvero un valore aggiunto per il capoluogo, ma per crescere ancora il discorso andrebbe allargato all’ex caserma dell’Aeronautica e a Monte Urpiniu. «L’anno scorso i visitatori sono stati 25.000. Dal primo gennaio a oggi abbiamo registrato 30.000 accessi: 23.000 dall’info point, 3.000 dalle sale conferenze e 4.000 da scuole e associazioni».
Tesoro naturale
Non solo flora e fauna, lo sviluppo di Molentargius passa anche attraverso una filiera produttiva. «Stiamo studiano un progetto per la rivitalizzazione della piana agricola del parco con un uliveto da 90 piante con le quali vorremmo produrre olio», spiega la biologa Luisanna Massa, responsabile del settore ambientale dell’oasi. Non è tutto. «Con circa dieci arnie abbiamo ipotizzato di vendere, attraverso l’info point, piccole quantità di miele». Quali sono le iniziative in corso? «Con un finanziamento ministeriale da 4 milioni di euro stiamo riqualificando il bordo urbano che va da Quartu a Cagliari. Inoltre – aggiunge la biologa – con 400.00 già disponibili abbiamo in programma di realizzare un isolotto nello stagno Bellarosa Minore, mentre è in fase avanzata il biolago sperimentale per il contenimento delle testuggini palustri aliene, quelle, per intenderci, che si comprano alle fiere e che poi vengono abbandonate».
I progetti
Di acqua in pentola ne bolle tanta. «Manca la continuità nella progettazione», premette Stefano Secci, presidente dell'Ente parco di Molentargius. «Grazie a 9 milioni di euro stanziati nel 2013 abbiamo abbiamo effettuato i lavori di riqualificazioni principale». In 12 anni, però, i costi sono lievitati. «Quelle risorse andrebbero integrate con altri 10 milioni di euro – che abbiamo già chiesto alla Regione – necessari per la bonifica delle vasche salanti del Poetto e di tutto il compendio, compresi argini e canalizzazioni». L’idea che puntualmente si ripresenta, decenni dopo la fine della raccolta, quando il prodotto delle Saline era utilizzato per rendere percorribili le strade ghiacciate, è di riprendere l’attività della fabbrica del sale. «Nel futuro – aggiunge Secci – ci potrebbe essere una piccola produzione di nicchia, non solo a scopo didattico».
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