Il caso

Del Grande, fuga finita: era nel Varesotto 

Catturato dai carabinieri non lontano dal luogo dove nel ‘98 sterminò la famiglia 

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Varese. È finita senza violenza, con un blitz rapidissimo dei carabinieri, la fuga di Elia Del Grande, 50 anni, fermato intorno alle 20 di ieri a Cadrezzate, in provincia di Varese, dopo quasi due settimane di latitanza. L’uomo, condannato per la strage familiare del 1998 e da tempo sotto misura di sicurezza, era evaso dalla Casa di Lavoro di Castelfranco Emilia (Modena), dove stava scontando sei mesi di permanenza per ripetute violazioni alla libertà vigilata.

Del Grande — alle spalle 26 anni dietro le sbarre e decine di ricorsi contro le condizioni di detenzione — è stato fermato nella stessa zona dove 27 anni fa aveva ucciso padre, madre e fratello nel forno di famiglia che ancora porta l’insegna “Del Grande”: i parenti, a suo dire, si opponevano al suo matrimonio con una giovane originaria di Santo Domingo di cui si era innamorato. I carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Varese e Modena lo hanno sorpreso in casa, senza che potesse tentare una nuova fuga.

I legami con l’Isola

Una vicenda giudiziaria e umana, quella di Del Grande, che da tempo intreccia la Sardegna. Dopo aver ottenuto la libertà vigilata, l’uomo si era trasferito a Telti, in Gallura, dove aveva vissuto con la compagna, un’olbiese. Proprio lì aveva tentato di ricostruirsi una vita, ma anche nella tranquillità del paese gallurese erano esplosi conflitti: una lite con un vicino, sfociata in denuncia e processo a Tempio Pausania, aveva riacceso il tema della sua “pericolosità sociale” e portato alla revoca dei benefici.

Dalla Sardegna arrivano anche alcuni dei momenti chiave del suo lungo percorso di detenzione. Nel 2023, assistito dall’avvocata Nicoletta Mani, Del Grande si era rivolto al Tribunale di Sorveglianza di Sassari, denunciando di aver trascorso anni “in condizioni degradanti e inumane” in diversi istituti di pena, tra cui il carcere di San Sebastiano, e la magistratura sassarese gli aveva riconosciuto un risarcimento, sia sotto forma di sconto di pena sia di indennizzo economico, per le violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Case di lavoro inadeguate

Del Grande aveva anche scritto una lettera a un quotidiano di Varese, sostenendo di essere fuggito per “l’inadeguatezza” delle Case di Lavoro: “Non sono altro che i vecchi Opg” (gli ospedali psichiatrici giudiziari, che a metà degli anni ’70 avevano preso il posto dei manicomi criminali e da dieci anni sono stati soppiantati dalle Rems, Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Nelle intenzioni del fuggitivo, il testo voleva essere una denuncia del sistema penitenziario più che un gesto di sfida. Ma la fuga — iniziata lo scorso 30 ottobre — ha messo in moto un’operazione interforze che si è conclusa con la cattura.

Caccia ai complici

Gli investigatori stanno verificando se Del Grande abbia avuto aiuti esterni durante la latitanza. Secondo alcune fonti, potrebbe aver trascorso parte della fuga proprio in Sardegna, dove ha ancora amici e conoscenti, anche se i controlli dei carabinieri non hanno finora portato a conferme. Ora l’uomo si trova nel Comando provinciale dei carabinieri di Varese, in attesa delle disposizioni del magistrato di sorveglianza di Modena.

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