Sul fascismo, nessun passo indietro. Roberto Vannacci, a Napoli, ha salvato tutto sul Ventennio: dalla Marcia su Roma alle leggi razziali. E adesso l’irritazione, espressa già da alcuni leghisti, contagia pure gli alleati di governo. Edmondo Cirielli non ci gira intorno, il candidato meloniano su cui punta il centrodestra per strappare il fortino che fu di De Luca, ammette: «Mi ha molto infastidito l'opinione di Vannacci sulle leggi razziali». E pur smarcandosi dalle accuse per la sua assenza il giorno prima a un evento con il leghista nel capoluogo campano, lancia l'aut aut: «Non accetterei un nuovo invito di Vannacci senza un chiarimento sul tema». In serata ci mette il carico Maurizio Lupi. Il leader di Noi moderati si espone per «tutta la maggioranza» e sentenzia: «Siamo lontanissimi dalle posizioni di Vannacci» perché «il fascismo è stato condannato dalla storia e le leggi razziali hanno rappresentato una vergogna per l'Italia». Dunque ribadisce: «Su questi temi abbiamo le idee assolutamente chiare: i nostri valori sono netti e non negoziabili».
Nei giorni scorsi a prenderne le distanze erano stati i governatori e big della Lega, Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli). Proprio al Doge Vannacci risponde puntuto: «Probabilmente Zaia non ha letto il mio post, o forse non lo ha capito: questa regione mi ama, alle Europee mi ha donato 72mila voti».
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