In giorni drammatici, di guerre e conflittualità crescenti, le relazioni italo-slovene sono «un esempio» da seguire: un sistema basato sul dialogo e la comprensione che ha permesso di ricucire antiche ferite tra le due frontiere. Sergio Mattarella ha chiuso la sua visita in Slovenia a Capodistria, città transfrontaliera ricca di storia e di lacerazioni. Sempre accompagnato dalla presidente slovena Nataša Pirc Musar, il capo dello Stato anche quest'anno ha mostrato la sua grande attenzione al tema delle minoranze. Il presidente le ha definite «un patrimonio che arricchisce i nostri due paesi li rende più capaci di essere nella dimensione europea». Perché, ha aggiunto, «la diversità è un valore che rende più forti, consolida la struttura sociale di ogni paese». Dopo i toni preoccupati di mercoledì per la pioggia di droni russi sulla Polonia ieri il presidente della Repubblica ha visitato il Collegio dei Nobili, di fatto inaugurando l'edificio appena restaurato. «In luoghi come questo si irrobustisce l'Europa e si abbattono i preconcetti, per essere persone consapevoli e aperte al mondo», ha detto lasciando il Collegio che fu fondato a Capodistria nel 1612 per ordine del Senato veneziano.
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