L’attentato

Caccia al killer del “patriota” Kirk 

Trump: martire della verità. In Italia polemiche per una foto a testa in giù della vittima 

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Washington. Con l’attentato all’influente e controverso attivista di destra Charlie Kirk, stretto alleato di Trump ed araldo del movimento Maga tra i giovani, riesplode la violenza politica in un’America che appare sempre più polarizzata e avvelenata dall’odio. Con minacce, all’indomani dell’assassinio in un campus dello Utah, ad alcune storiche università afroamericane. Le condanne sono bipartisan, anche all’estero, ma Donald Trump ha già puntato il dito contro la «retorica della sinistra radicale» prima che fosse noto qualsiasi indizio. Ignorando quanto lui e lo stesso Kirk - che ha additato come un «martire della verità» annunciando che gli conferirà la “Medal of Freedom”, la più alta onorificenza civile americana - abbiano contribuito ad alimentare un clima di scontro e ostilità nel Paese. A partire dall’assalto al Capitol, come ricordano media e analisti.

Le indagini

Intanto prosegue la caccia al killer che ha ucciso Kirk sparando da un tetto a quasi 200 metri dal palco del campus della Utah Valley University (Uvu) di Orem, mentre stava rispondendo alla domanda di uno dei circa 3000 studenti su quanti americani transgender sono stati autori di sparatorie di massa negli ultimi 10 anni («troppi», ha risposto l’attivista, noto anti transgender, mentre l’interlocutore rispondeva «cinque»). E all’ideologia transgender, oltre che antifascista, si richiamano le espressioni incise nei tre proiettili ancora nella canna del fucile a otturatore ad alta potenza trovato in un bosco vicino e ritenuto l’arma del delitto. Gli investigatori hanno rinvenuto anche un’impronta di scarpa, una palmare e dell’avambraccio. E sono riusciti a tracciare con le videocamere dell’ateneo i movimenti del killer, mettendo a fuoco i suoi connotati. È arrivato nel campus pochi minuti prima dell’evento, ha raggiunto un tetto e da qui ha sparato un solo colpo al collo, mortale. Quindi è fuggito, «mimetizzandosi bene» grazie alla sua apparente «età tipica di uno studente universitario», hanno riferito gli investigatori prima che l’Fbi diffondesse su X un paio di sue foto offrendo 100 mila dollari a chi fornirà informazioni.Nelle due immagini postate appare un giovane in sneakers, jeans, maglietta nera a maniche lunghe con l’immagine della bandiera Usa, cappellino scuro da baseball e occhiali da sole. Due persone fermate sono state rilasciate, tra l’imbarazzo del capo dell’Fbi Kash Patel che aveva annunciato l’arresto del presunto omicida.

Lo scontro politico

Quello di Kirk, che il governatore dello Utah Spencer Cox ha definito «un assassinio politico», è l’ennesimo episodio di una violenza esplosa con l’irruzione di Trump in politica e culminata in una serie di attentati che hanno coinvolto esponenti di entrambi i partiti: dal repubblicano Mike Pompeo al marito dell’ex speaker Nancy Pelosi, dal governatore progressista della Pennsylvania Josh Shapiro alla coppia di deputati dem del Minnesota solo tre mesi fa. Fino allo stesso tycoon, sopravvissuto durante un comizio a Butler ai proiettili sparati - anche in questo caso da un tetto - dal 21enne Thomas Matthew Crooks, registrato come repubblicano e ucciso poi dal Secret Service. La Reuters ha documentato oltre 300 casi di atti violenti a motivazione politica, da entrambe le parti dello spettro politico, dopo l’assalto al Campidoglio del 2021.

Il vicepresidente JD Vance, amico intimo dell’attivista, ha cancellato la propria partecipazione alla cerimonia dell’11 settembre a New York per andare nello Utah a far visita alla moglie e ai due bimbi di Kirk. In Italia, invece, polemiche feroci per un post social dei movimenti studenteschi di Osa e Cambiare Rotta. L’influencer vicinissimo a Donald Trump viene raffigurato a testa in giù, con la scritta “-1”. E Giorgia Meloni sceglie di intervenire con forza. «Questi sono i sedicenti antifascisti. Questo è il clima, ormai, anche in Italia. Nessuno dirà nulla, e allora lo faccio io. Non ci facciamo intimidire», le parole che la premier affida ai social.

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