Negli stagni dell’Oristanese l’intervento è riuscito: in appena novanta giorni, spendendo appena 300mila euro dei due milioni e mezzo messi a disposizione dalla Regione, sono state salvate quattro lagune, per un totale di 400 pescatori. Un esempio che servirà alla Giunta per programmare gli interventi anche negli altri compendi della Sardegna dove è necessaria la pulizia dei canali, i polmoni degli specchi d’acqua. E ora, dopo venti anni di attesa e tante morie per la mancata manutenzione straordinaria, i pescatori possono iniziare a programmare il loro futuro.
Il vertice
Il Consorzio di bonifica di Oristano, l’Ente al quale la Regione ha affidato la pulizia degli stagni di Corru Mannu, Corru S’Ittiri, S’Ena Arrubia, Is Benas e Cabras, per garantire il regolare scambio delle acque e la produttività delle imprese ittiche, ieri ha presentato gli interventi davanti ai sindaci e ai consiglieri regionali del territorio. «I pescatori avevano ragione - ha detto il presidente del Consorzio, Carlo Corrias - Il rischio ambientale a maggio scorso era dietro l’angolo. Ci siamo messi subito al lavoro, una cosa contro il tempo. I veri direttori dei lavori sono stati i pescatori, sapevano dove i mezzi dovevano intervenire». Corrias ha fatto una riflessione. «Durante la pulizia dei canali tappati – ha raccontato – abbiamo notato che non erano presenti rifiuti, questo significa che i pescatori sono un presidio di salvaguardia ambientale. Non possiamo più lasciarli soli, serve un monitoraggio continuo. Per questo i soldi che non abbiamo speso rimangono per interventi da concordare con loro».
La Regione
Ospite al convegno l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gian Franco Satta: «Oggi possiamo parlare di risultati raggiunti, di progetti e di futuro. Un anno fa si parlava di moria di pesci, di indennizzi e di crisi imprenditoriale, ora invece abbiamo un percorso concreto di rinascita. Abbiamo agito con tempestività, modificato la normativa sui consorzi e reso operative le risorse necessarie per evitare un disastro ambientale». È stato infatti adottato un provvedimento che attribuisce nuove competenze ambientali ai Consorzi di bonifica, al fine di consentire il loro intervento nelle aree lagunari. Una misura che ha permesso l’esecuzione di interventi urgenti e di opere necessarie per riportare i compendi ittici in condizioni ottimali per funzionare.
I pescatori
«La politica finalmente ha capito che la pulizia era l’unica opzione per salvare le lagune e i pescatori - ha detto il presidente del Consorzio di Marceddì Antonio Loi - I soldi che erano in cassa da tempo, doveva essere spesi». «Si doveva salvare un bene ambientale, di tutti», ha aggiunto Raffaele Manca di Is Benas. Giuliano Cossu, Consorzio Pontis, ha aggiunto: «Non abbiamo mai mollato, sapevamo che questo intervento ci avrebbe salvati». «Se non ci fosse stata questa pulizia per noi sarebbe stata la quinta moria in pochi anni - ha spiegato Alessandro Porcu, di S'ena Arrubia - Ora possiamo parlare di pesca, di programmazione, di futuro».
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