Lo scenario.

«La Nurra in ginocchio, non si salva niente» 

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«La stagione irrigua è ormai compromessa, la peggiore annata degli ultimi dieci anni in cui non è possibile salvare niente. Si calcolano danni per diversi milioni di euro, non soltanto economici ma anche sociali, perché colpiscono i giovani imprenditori agricoli messi in ginocchio dopo aver affrontato importanti investimenti». Parole amare quelle di Gavino Zirattu, presidente del Consorzio di Bonifica della Nurra, che traccia la situazione di drammatica siccità delle campagne del Nord Ovest della Sardegna, un territorio a forte vocazione agricola. Quasi a secco i bacini del Temo e del Cuga, con l’acqua non più disponibile ormai dal 21 giugno per l’intero comprensorio della Nurra. La risorsa idrica è insufficiente anche per dissetare il bestiame e per irrigare gli orti si cerca di andare avanti con razionamenti limitati a due sole giornate alla settimana. Ci si arrangia con l’acqua dei pozzi e dei reflui, un territorio martoriato con le aziende agricole costrette a scegliere quali colture sacrificare o a ridurre drasticamente le produzioni. Alla siccità si aggiungono altre criticità denunciate dallo stesso Consorzio della Nurra e sollevate dal Centro studi Agricoli che chiede chiarezza e soluzioni strutturali sull’allarme lanciato da Zirattu sulla carenza di organico. «Il Consorzio manca di un tecnico agronomo o di un perito agrario per gestire i fabbisogni irrigui delle singole colture», sottolinea il Centro studi che chiede «trasparenza sui reali motivi dell’interruzione dell’apporto del Cuga, tempi certi sulla turnazione e un Piano straordinario di intervento per l’emergenza».

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