Via della Musica.

La crisi piomba sulle bancarelle 

Lo storico mercato rionale in difficoltà. Gli operatori: «Cali del 50 per cento» 

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Era il mercato rionale più grande della Sardegna, quello dove avere un posto era un lusso e una grande opportunità. Ma adesso quei tempi sembrano lontanissimi.

Oggi gli ambulanti che si ritrovano in via della Musica ogni mercoledì, stanno affrontando una dura crisi. Le avvisaglie per la verità, c’erano già tutte da tempo: i continui spostamenti, la riduzione degli stalli occupati, fino all’ultimo allarmante segnale: il calo delle vendite anche per gli stand dei settori alimentari.

Momento nero

L’allarme arriva anche da Confesercenti.«La crisi purtroppo è generale e lo spostamento qualche mese fa in via Turati, alla fine c’entra poco» spiega il presidente di Anva Confesercenti Marco Medda, «a preoccuparci è un calo fino al 15 per cento di quei settori che finora avevano continuato ad andare bene, come appunto gli alimentari: frutta e verdura, pesce, formaggi e così via». Negli anni poi, «le bancarelle si sono ridotte da 180 a 140. Bisogna vedere quanti di questi arriveranno allo spostamento previsto in futuro nell’area di Is Arenas».

Una crisi confermata dagli operatori. Come Nicola Ibba dal suo stand di frutta e verdura. «Non parliamo di piccolo calo di vendite» dice, «le perdite arrivano anche al 50 per cento». I motivi? «Quando si continua a premettere ai grandi ipermercati di aprire come e dove vogliono, è chiaro che uccidi tutti gli altri. E non parlo solo di Quartu ma di tutto l’hinterland».Alessandro Cogoni, anche lui ambulante frutta e verdura, conferma: «C’è una crisi generalizzata che colpisce anche la nostra categoria che si sente ancora di più d’estate quando la gente va in ferie. Io sono anche un produttore, se in quel periodo resto in questa zona vendo poco, se vado nelle località turistiche, qualcosa invece la faccio».Tra le new entry di questo mercatino che perde pezzi c’è Mattia Piras con il suo Agripanificio: «Sono qui da poco, ma per adesso, forse perché il prodotto è nuovo, mi sembra che la gente stia apprezzando. La crisi però si sente. Mentre prima si comprava molto pane, adesso si comprano i grammi giusti per non sprecarlo».

Il mercato civico

Continua anche la fuga dal mercato civico in piazza Dessì: nelle scorse settimane ha chiuso un altro box, dove si vendevano formaggi e salumi. Così adesso gli operatori sono rimasti in nove in attesa di soluzioni che sembrano non arrivare, in bilico tra un trasloco, annunciato ma mai concretizzato, e una ristrutturazione dei locali attuali su cui non c’è certezza.

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