Il nuovo corso

I vescovi dell’Isola: «È il Papa giusto, già nel cuore di tutti»  

Lettera di monsignor Mario Farci: venga a vedere le nostre difficoltà 

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Ai vescovi sardi piace Papa Leone XIV. Piace per la pacatezza, la cultura e perché racchiude quella moltitudine di nazionalità che lo descrivono come «Pontefice del mondo». Robert Francis Prevost è il vescovo dei vescovi.

L’invito in Sardegna

Mario Farci recentemente è stato nominato vescovo di Iglesias. «Non lo conoscevo personalmente. Da lui, che presiedeva la congregazione che si occupa dei vescovi, ho solo ricevuto qualche lettera di saluti per il nuovo incarico». Poi l’invito in Sardegna formalizzato in una lettera spedita in Vaticano. «Oggi la nostra comunità vive un momento di particolare difficoltà dovuta allo spopolamento e soprattutto alla mancanza di lavoro. Abbiamo nel cuore la speranza di poterLa incontrare al più presto e auspichiamo altresì di poterLa avere ospite graditissimo nella nostra terra di Sardegna», con l'invocazione a «Maria Santissima, che nella nostra Diocesi veneriamo soprattutto nell’antica Cattedrale di Tratalias e in terra sarda invochiamo con il titolo di Madonna di Bonaria, accompagni il Suo ministero».

Rivoluzione digitale

Ignazio Sanna, arcivescovo emerito di Oristano, spera in un Papa che sappia rispondere alle esigenze del momento. Monsignor Sanna racconta poi i presumibili motivi per i quali Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Leone XIV: «Leone XIII ha scritto l’enciclica sociale Rerum Novarum nel 1891, quando la Rivoluzione industriale causò una drastica riduzione dei posti di lavoro, oggi – continua l’arcivescovo emerito – è in corso la Rivoluzione digitale che sta causando gli stessi effetti sull’occupazione». Che Papa sarà? «Come Leone Magno ha lavorato tanto per difendere l’identità della persona di Gesù. La sua prima frase da Pontefice “La pace sia con voi” è il saluto del Cristo risorto, perché solo Gesù può dispensare la vera pace. Per noi sardi, poi, l’aver recitato l’Ave Maria, ha avuto il significato particolare di aver raggiunto il cuore della religiosità popolare con una preghiera di un Papa che sta con la gente, che prega e sa pregare».

Il ponte con gli Usa

Mauro Maria Morfino, vescovo della diocesi di di Alghero-Bosa ha in contrato il nuovo papa ad aprile dell’anno scorso durante la visita ad limina, l'incontro che ogni cinque anni i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano. «Se è stato scelto tra tanti cardinali vuol dire che ha un ottimo tratto. Aspetto non secondario è che sia americano e possa costruire un ponte con l’episcopato degli Stati Uniti».

La sorpresa

L’arcivescovo di Oristano Roberto Carboni è a Roma con un gruppo di pellegrini. «Il suo nome è stata una sorpresa, ma ci parla di un uomo che vuole entrare in comunicazione con il mondo».

Il linguaggio

L’arcivescovo di Sassari Gianfranco Saba: «Il suo volto e le sue parole trasmettono ancor oggi il linguaggio di Dio, che ci invita ad annunciare al mondo intero la pace del Signore Risorto. È un linguaggio ben calato nella realtà della società contemporanea, chiamata ad edificare la comunità umana con vincoli di solidarietà, di rispetto reciproco, di giustizia e quindi della pace. Ci affidiamo alla sua guida e condividiamo con lui la missione della Chiesa, esprimendogli fin da ora la comunione e ringraziandolo per aver accettato con generosità e gioia la chiamata di Dio, ricevuta tramite la scelta dei Padri Cardinali».

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