Approvata l’11 febbraio scorso, promulgata il 14 marzo dopo un ricorso non accolto del centrodestra al collegio di garanzia della Toscana, ora stoppata dal governo nazionale che ha deciso di impugnarla. Finirà davanti alla Corte costituzionale la legge toscana sul fine vita, normativa che disciplina tempi e modalità per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, redatta partendo dalla proposta di iniziativa popolare “Liberi subito” dell’associazione Luca Coscioni: 10mila le firme raccolte.
La determinazione
È stato il consiglio dei ministri a decidere di impugnare la norma votata a maggioranza dalla Toscana. Regione apripista in materia, senza volersi trasformare in una nuova Svizzera per il fine vita, come aveva tenuto a precisare, all’indomani del voto, il governatore Eugenio Giani. Che commenta: «È paradossale che invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte costituzionale, che ha indicato la necessità di colmare un vuoto legislativo in materia di suicidio medicalmente assistito. Difenderemo con determinazione la nostra legge». Di «scelta ipocrita, cinica e codarda» parla la segretaria del Pd Elly Schlein: «Il governo impugna la legge sul fine vita in Toscana, mentre con l’altra mano tiene bloccata la legge sul fine vita in Parlamento. Qui non si tratta di fare propaganda ma di dimostrare la serietà e la responsabilità di non voltare le spalle a chi sta soffrendo».
Botta e risposta
«Il governo prosegue nel disperato tentativo di impedire qualsiasi normativa che dia garanzie e diritti sulle scelte di fine vita. Il governo dell’autonomia differenziata fa ricorso per impedire l’esercizio dell’autonomia esistente», dichiara l’associazione Coscioni. Critiche anche da M5S, Avs, Più Europa, Azione. Dalla maggioranza un plauso. «Bene ha fatto il governo: è una legge incostituzionale e dimostra quanto la sinistra abbia intenti speculativi su un tema delicatissimo», dice Maurizio Gasparri, capogruppo FI al Senato. «Credo sia impensabile che ciascuna regione possa decidere di normare su un tema così centrale», osserva il deputato Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia. Intanto il senatore di FdI Francesco Zaffini, presidente della commissione Affari sociali, ha reso noto che il Comitato ristretto per definire un testo base sulla legge sul fine vita, rinviato più volte negli ultimi mesi, «sarà convocato la prossima settimana».
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