Inchiesta

Hotel e villaggi abbandonati tra gli immobili della Regione  

Nel nord-est della Sardegna il Demanio statale ha ceduto beni per un valore di 360 milioni di euro 

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L’ultimo sogno è quello di allestire un «polo nautico», ma sarà possibile solo dopo la fine delle operazioni di bonifica sul fondale del porticciolo. È da 17 anni che l’ex Arsenale della Maddalena attende una nuova vita. La mega ristrutturazione tra il 2008 e il 2009 – finalizzata all’organizzazione del G8 sull’isola, poi ospitato all’Aquila – è costata allo Stato oltre 300 milioni di euro. In quell’occasione le chiavi del centro congressi e dell’hotel sull’acqua, realizzato seguendo il progetto di Stefano Boeri, sono passate all’amministrazione di Viale Trento: il compendio immobiliare appartenuto alla Marina Militare fa parte degli oltre 3mila edifici trasferiti dall’Agenzia del Demanio alla Regione Autonoma della Sardegna a oggi. Tra questi, tantissimi – come l’ex Arsenale, per il momento – sono inutilizzati e abbandonati.

I progetti

Qualcosa però, attorno alle aree del molo Carbone, si sta muovendo. «L’importante accordo sottoscritto fra Regione Sardegna, Comune di La Maddalena ed il Consorzio Research», racconta il sindaco Fabio Lai, «è stato un rilevante passo in avanti che permetterà di far partire i lavori di bonifica dopo anni di stallo». È di qualche giorno fa la conferenza di servizi che consentirà l’inizio dei cantieri che prevedono – tra le altre cose – la sigillatura del fondale marino con teli di polietilene. «La Regione ha condiviso insieme a noi l’importanza di rilanciare questa area come polo nautico con la possibilità di avere luoghi opportunamente attrezzati per il rimessaggio di motoscafi e yacht. Una scelta», rimarca Lai, «che per un territorio come il nostro, completamente circondato dal mare, potrà garantire nuove opportunità lavorative per i giovani oltre a smuovere importanti economie per il comparto artigianale e nautico del territorio». Per ora comunque il sogno del polo per barche e yacht è ancora lontano dall’essere realizzato. Il presente racconta di una costruzione totalmente da rivedere, aggredita dalla salsedine e dal maestrale che qualche anno fa ha fatto cadere in acqua i cristalli del “main conference”, il centro congressi che avrebbe dovuto ospitare i grandi della Terra. L’avvio delle bonifiche è previsto per la fine dell’estate. Ma per un progetto che si sta per sbloccare – dopo più di quindici anni – tanti altri sono ancora fermi.

I dati

Sul versante nord orientale della Sardegna, tra La Maddalena, Arzachena, Olbia e Santa Teresa, il Demanio dello Stato ha trasferito alla Regione diciotto complessi immobiliari per un valore complessivo di 360 milioni di euro. Ma le stime in certi casi sono datate e quelle attuali potrebbero essere diverse perché il degrado di questi anni ha certamente influito. Oltre all’ex Arsenale, sull’isola della Maddalena, ci sono tanti altri edifici che attendono di essere valorizzati. Magari in chiave turistica. A meno di un chilometro dal molo su cui è stata realizzata la “Casa sul mare”, la scatola di calcestruzzo e acciaio a sbalzo sull’acqua, c’è l’ospedale militare. Anche questo ristrutturato dal Governo sull’onda del G8 mai celebrato in Sardegna. Doveva diventare un hotel a 5 stelle: 18mila metri quadri complessivi, 100 stanze divise in tre blocchi. Dal 2010 le guardie giurate incaricate dalla Regione – ora titolare del complesso di via Mirabello -sono le uniche autorizzate a visitare l’immobile. Per il mantenimento, solo di energia elettrica, si spendono decine di migliaia di euro all’anno. Il valore potenziale della struttura alberghiera è di almeno 130 milioni di euro.

Sempre alla Maddalena ci sono gli immobili di Cala Gavetta: si tratta di alloggi che confinano con un edificio utilizzato dalla Guardia Costiera. Anche in questo caso gli edifici sono inutilizzati. La lista dei beni ceduti alla Regione continua: la caserma Faravelli, l’ex batteria di Punta Tegge, il compendio di Cala Stagnaleddu.

Il villaggio fantasma

Allargando la vista sull’arcipelago c’è un altro complesso edilizio di proprietà della Regione che da tempo attende un progetto di rilancio. L’ex Club Med di Caprera, chiuso dal 2006 e diventato un villaggio fantasma. Centinaia di bungalow immersi nella natura, un molo per l’approdo delle barche, bar e ristorante con vista su Cala Garibaldi. Quasi vent’anni fa dava lavoro a 150 persone e ospitava oltre 1200 turisti stranieri, in particolare francesi, belgi, svizzeri. Ora il paesaggio è spettrale: una parte dei tetti di paglia dei bungalow non esiste più, alcune costruzioni sono crollate, la vegetazione si è ripresa i suoi spazi.

A picco sul mare

Sullo stesso versante c’è anche il faro di Capo d’Orso a Palau. Ceduto dal Demanio dello Stato nel 2003, nel 2011 è stato incluso in un progetto della Conservatoria delle coste per la gestione e la valorizzazione: nel 2019 è stato affidato in concessione a una società che ha intenzione di trasformarlo in un resort – con ristorante annesso – ma per ora il progetto è ancora alle fasi preliminari.

Se ci si sposta a Olbia, c’è il compendio dell’Isola Manna, a ridosso della peschiera: un potenziale gioiello in mezzo alla natura, negli elenchi dei beni ceduti dal Demanio alla Regione si parla di «fabbricato e aree» più o meno al centro del Golfo di Olbia. Il valore ipotizzato è di un milione di euro e tempo fa il Comune si sarebbe fatto avanti per l’acquisizione dell'intero compendio, che ora è abbandonato.

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