Una scritta che nessuno avrebbe mai voluto vedere: “Pronto soccorso chiuso”. E una catenella a sbarrare l’accesso. Ieri il servizio dell’ospedale “San Giuseppe Calasanzio” di Isili non ha potuto garantire l’attività prevista dalle 8 alle 20. Il comunicato dell’Azienda sanitalria locale, inoltrato a tutti gli organi competenti e affisso insieme al cartello di chiusura all’ingresso del pronto soccorso, parla di una chiusura temporanea, relativa solo alla giornata del 5 giugno e dovuta alle “temporanee criticità organizzative della struttura”.
Problema ricorrente
Questa decisione non ha lasciato indifferenti gli amministratori del territorio e la popolazione: tutti temono di rivivere l’estate di un anno fa, quando le chiusure furono frequenti e più prolungate. A breve è previsto un incontro per affrontare nuovamente il tema della sanità: tra le questioni più critiche, proprio il funzionamento limitato del Pronto soccorso.«Il problema – ha detto il sindaco di Isili , Luca Pilia – si ripete sempre nel periodo estivo e durante le festività. Occorre un intervento concreto che risolva in maniera definitiva la questione. Non si può lasciare un intero territorio privo di un servizio di fondamentale e vitale importanza».
Un funzionamento limitato del servizio di emergenza-urgenza ha ricadute significative, limitando l’accesso alle cure mediche per la popolazione del Sarcidano, della Barbagia di Seulo e delle zone limitrofe, che hanno nel “San Giuseppe” un punto di riferimento. «Speriamo che si tratti davvero di un caso isolato – ha detto la portavoce del comitato “Sanità bene comune”, Gabriella Serra – e che non si ripeta quanto accaduto l’anno scorso. Sappiamo che non ci sono medici, anche se chi viene non lo fa gratis, ma se siamo arrivati a questo punto significa che le criticità sono gravi. Dobbiamo attendere per capire».
Più critici verso questa chiusura i sindaci. «La situazione non è più tollerabile», ha detto Samuele Gaviano, di Serri : «Per garantire un’assistenza sanitaria adeguata, il Pronto soccorso deve restare aperto h24 ovunque. Il nostro territorio, e in particolare la Barbagia di Seulo, è ancor più penalizzato, vista la distanza dagli altri ospedali».
Anziani a rischio
«Episodio grave», ha aggiunto il sindaco di Gergei , Rossano Zedda: «Soprattutto in questo periodo in cui si registrano temperature elevate, che colpiscono maggiormente gli anziani». Chiede spiegazioni puntuali e immediate Giovanni Daga, vicepresidente della Comunità montana e sindaco di Nuragus : «Fatto di estrema gravità – ha dichiarato – che compromette il diritto alla salute e alla sicurezza di un intero territorio. Non si può continuare a considerare le aree interne come territori di serie B. La chiusura del presidio di emergenza-urgenza, anche solo per alcune ore, significa lasciare migliaia di cittadini privi di un riferimento sanitario essenziale».
«Pronti a mobilitarci»
«È inammissibile», ha commentato Eugenio Lai, sindaco di Escolca : «Chiediamo la riapertura del pronto soccorso h24 per garantire il primo intervento sanitario a tutti i cittadini del Sarcidano e della Barbagia di Seulo».
Il timore, diffuso, è che quella scritta possa campeggiare a lungo all’ingresso del pronto soccorso. La lotta per la salvaguardia dei servizi sanitari rimasti sul territorio è la stessa che combatte la situazione di isolamento e di disagio vissuta dai comuni dell’entroterra. «Chiediamo la piena operatività del Pronto soccorso dell’ospedale di Isili», chiedono a gran voce i sindaci: «Siamo pronti a mobilitarci».
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