Il caso

Ghiglia diffida, Report va avanti 

Puntata sul componente del Garante: andò da FdI prima di multare il programma 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Fermare la messa in onda di Report. La richiesta è arrivata da Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Privacy, prima della puntata di ieri sera che mostrava la sua visita nella sede di FdI il giorno prima che l’Autorità multasse il programma per la diffusione dell’audio della telefonata tra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e sua moglie Federica Corsini, oltre ad una serie di messaggi da lui inviati nel corso della procedura.

La raccomandata

Ghiglia ha inviato alla Rai una pec contestando una acquisizione illecita di dati personali attraverso la violazione della corrispondenza, chiedendone la cancellazione dai social e la non diffusione in tv e precisando di aver dato mandato ai suoi legali per verificare se ci siano reati. L’opposizione ha chiesto le sue dimissioni mentre la tv ha confermato la messa in onda, non ravvisando elementi per impedirla: uno stop, oltre che dare adito ad accuse di censura, avrebbe procurato un danno economico alla Rai. «Nessun materiale trafugato o intrusioni informatiche - ha detto Ranucci - Quello che tenta di fare Ghiglia è mettere un bavaglio. È gravissimo, si tratta di interruzione di servizio pubblico».

«Rido per non piangere»

Il componente dell’Autorità, che prima di votare per la multa avrebbe scritto alla sua segreteria «Domani vado da Arianna», è stato visto il giorno dopo entrare nella sede di FdI, ma ha spiegato che doveva parlare con Italo Bocchino del suo nuovo libro e ha incrociato la sorella della premier solo per un breve saluto. «Non sono abituato a piangere e quindi mi metto a ridere - spiegava ieri all’Ansa - Il mio “vado da Arianna” significa “vado al Secolo d’Italia” perché la sede di FdI e il Secolo d’Italia sono nello stesso posto. Ma se anche fosse? Non sono libero di incontrare chi mi pare? Un conto è vedere le persone, un altro è fare qualcosa che non va dopo averle viste. È molto grave non solo l’intrusione nella mia vita privata, perché sono stato pedinato, ma la violazione della mia corrispondenza e delle mie chat».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI