Il caso.

Dopo gli scontri divampa la polemica 

Il centrodestra contro Zedda: «Prenda le distanze». Lui replica: «Liberi di manifestare» 

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Dopo i fumogeni, gli idranti della polizia e gli scontri è l’ora delle polemiche. La manifestazione del Blocco studentesco duramente contestata dai presidi antifascisti ha scatenato una serie di reazioni politiche contrastanti. Perché i cortei proprio a Cagliari, perché è stata concessa l’autorizzazione al corteo partito da via Cervi, perché è stata negata alla contro manifestazione, perché l’ordine pubblico è stato gestito in modo così deciso, perché il sindaco Massimo Zedda si è schierato in favore un evento non autorizzato? Domande che hanno generato una marea di polemiche.

L’interrogazione

Roberto Mura, consigliere comunale d’opposizione, ha presentato un’interrogazione a nome del centrodestra. «Il sindaco è il presidente del partito dei Progressisti che ha aderito alla manifestazione non autorizzata che ha generato scontri con la polizia e un generale stato di insicurezza in Città. Tale adesione, provenendo da un partito il cui presidente è lo stesso sindaco, può essere interpretata come un atto politicamente e istituzionalmente rilevante, suscettibile di incidere sul rapporto di fiducia con le forze dell’ordine e sul principio di neutralità dell’Amministrazione comunale». Mura chiede a Massimo Zedda, tra gli altri punti, «Se ritenga opportuno prendere le distanze pubblicamente da ogni forma di manifestazione non autorizzata o potenzialmente lesiva dell’ordine pubblico».

Ugl contro

Anche il sindacato Ugl esprime il proprio dissenso nei confronti del Sindaco Massimo Zedda, della Cgil e dell'Anpi «che hanno partecipato a un corteo non autorizzato, incitando alla violenza contro i ragazzi del Blocco Studentesco. Questi ultimi – scrive il sindacato in una nota firmata da Andrea Geraldo - in totale legalità, si sono mobilitati per esprimere democraticamente le proprie opinioni riguardo all’immigrazione illegale. Condanniamo con fermezza l’istigazione alla violenza da parte delle istituzioni locali e dei sindacati, che hanno trasformato una manifestazione di cittadini in un terreno di scontro e tensione. È inaccettabile che si definiscano fascisti e estremisti dei giovani che, pacificamente e nel rispetto delle leggi, hanno voluto far sentire la loro voce.

Il sindaco

Per il sindaco Massimo Zedda «La libertà di espressione e il diritto a manifestare lo si è ottenuto nel ‘45 quando hanno prevalso la libertà e la democrazia. Se avessero vinto loro, i fascisti, saremmo in carcere, da innocenti, se non peggio, nei campi di concentramento, parafrasando Vittorio Foa, antifascista, ebreo, partigiano, azionista, socialista eletto parlamentare da indipendente nel Pci. I provocatori e gli atti violenti vanno sempre stigmatizzati e condannati».

Condanna al raduno

Francesca Ghirra, deputata dei Progressisti è chiara. «Esprimiamo ferma condanna per il raduno nazionale organizzato da CasaPound e Blocco Studentesco, realtà dichiaratamente di ispirazione fascista. Questi eventi sono un’offesa alla collettività, alla memoria storica, ai valori della Costituzione e a tutte le persone che hanno lottato per la libertà e la democrazia nel Paese. Ripudiamo il concetto di remigrazione e di sostituzione etnica. Crediamo in una società plurale, le cui individualità rappresentano ricchezza e non pericolo».

No ai nostalgici

Per il segretario regionale Eugenio Lai di Sinistra italiana: «Un tale raduno di nostalgici e simpatizzanti della peggiore pagina della storia d’Italia non può e non deve tenersi, né qui, né altrove. Perché a Cagliari, medaglia d’oro al valore militare, dove nelle giornate del 26 e 27 novembre del 1922 la marmaglia fascista sfilò, protetta dalle guardie regie, lasciando sulle strade della città morti e feriti, si permette una riedizione di tale scempio?».

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