Centinaia di volontari dell’associazione Il Cammino di Bonaria che hanno controllato e percorso il tracciato da San Simplicio (Olbia) alla Basilica di Bonaria (Cagliari), segnandolo con i cartelli gialloblu, sistemando le pietre e indicando i punti di sosta. Un lavoro certosino, fatto sul campo, sui 353 chilometri che vanno dal mare al mare, dal Nord al Sud dell’Isola, passando per 29 centri abitati, i territori di 48 comuni, colline, altipiani, pianure fino alla scalinata che porta alla chiesa dei padri Mercedari. Antonello Menne, presidente dell’associazione, ha spiegato minuziosamente la costruzione, durata quattro anni, del Cammino religioso nato durante un primo percorso compiuto nel 2020 per arrivare a piedi da Milano, luogo dove l’avvocato nuorese risiede da anni, fino al capoluogo sardo dove nel 1370 approdò la cassa con la statua della Madonna di Bonaria, tanto cara a Papa Francesco.
«Il Cammino non si fa, si vive», ha detto Menne chiudendo il suo intervento e riprendendo una scritta trovata in uno dei suoi quattro pellegrinaggi a Santiago di Compostela. Nella guida realizzata per accompagnare il Cammino si trova tutto ciò che serve ai pellegrini: indicazioni del percorso (sul sito web si possono scaricare anche le tracce digitali, realizzate anche grazie all’apporto del geografo Matteo Cara), numeri di telefono utili, indicazioni su dove andare a dormire, altitudine, dislivello, lunghezza e difficoltà di ognuna delle 14 (ma possono diventare anche 16 o più) tappe.
E poi il racconto dei percorsi, «di una Sardegna bellissima, di un pellegrinaggio unico», ha detto Francesco Calledda, “Zigheddu”, 87 anni, pellegrino indomabile con un curriculum inarrivabile (Santiago, Roma-Pietralcina, Roma-Assisi, Pula-Nuoro-Lula, solo per citare alcuni dei percorsi compiuti innumerevoli volte). E soprattutto la descrizione dei luoghi, da San Costantino a Sedilo, dal Redentore a Nuoro fino alla Chiesa di Gonare (cima del Cammino) fino alle terme di Fordongianus e Barumini, che arricchiscono il percorso. «Consegniamo il Cammino alle comunità perché il Cammino non è dell’associazione, ma delle comunità che lo hanno accolto», ha concluso Menne. Così diventa patrimonio dei sardi.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi