Lo scalo.

Fenosu fra sogni di rilancio e crisi 

Attesa per il decreto di apertura ma restano forti criticità finanziarie 

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Per anni l’aeroporto di Fenosu è rimasto sospeso tra procedure regolatorie irrisolte, conflitti societari e una fragilità finanziaria mai del tutto superata. Uno stallo che ha segnato il destino dello scalo e ne ha frenato ogni prospettiva di sviluppo. In questo contesto, la gestione è rimasta in capo a Riccardo Faticoni, imprenditore aeronautico e figura centrale dell’attuale assetto proprietario. Una continuità gestionale che ha consentito a Fenosu di non uscire dal perimetro aeroportuale nazionale, mantenendo in vita la società di gestione e il dialogo con l’ente regolatore fino al rilascio della concessione.

La storia

Il passaggio decisivo è tra il 2017 e il 2018, quando i soci pubblici escono dalla Sogeaor, la società di gestione. Da allora il controllo passa ai privati con Fenair, riconducibile ad Aeronike (entrambe a Faticoni). Secondo la documentazione societaria più recente, l’assetto delle quote vede Fenair al 66,71 per cento, Aeronike al 6,29, Fenix (che fa capo a Cristiano Ruffini, imprenditore del settore tecnologico e della cyber-security e socio di maggioranza di Olidata) al 25 e Alberto Annis (consulente finanziario che ha seguito la liquidazione e il concordato preventivo della società prima della privatizzazione) al 2. Recentemente anche il Consorzio industriale ha tentato di entrare nella società ma l’ipotesi non si è, finora, tradotta in un progetto strutturato.

Il rilancio

In questo scenario, Faticoni lega il possibile rilancio a un passaggio regolatorio ormai imminente. «La notizia che Enac stia procedendo verso l’emanazione del decreto di apertura entro gennaio rappresenta un passaggio decisivo», sostiene indicando come immediatamente attivabili funzioni compatibili con le attuali infrastrutture: «Aviazione generale, voli privati, scuole di volo, formazione aeronautica, protezione civile, base elicotteristica e sperimentazioni tecnologiche. Attività in grado di essere redditizie da subito, seppur con una crescita progressiva». A queste si affianca il valore patrimoniale delle infrastrutture «valutate circa 10 milioni». L’obiettivo dichiarato resta un percorso di sviluppo graduale, coerente con il ruolo complementare di Fenosu nel sistema aeroportuale regionale.

Le criticità

Restano però criticità economico finanziarie rilevanti. Dai bilanci depositati in Camera di Commercio emerge che Aeronike ha chiuso il 2023 con una perdita di 220.282 euro e il 2024 con un risultato negativo di 248.106 euro, con un patrimonio netto negativo pari a 89.739 euro. Dati che impongono attenzione sul piano civilistico e richiedono interventi correttivi per garantire la continuità aziendale. Le valutazioni indipendenti di Cribis, società del gruppo Crif specializzata in informazioni economico finanziarie, collocano inoltre Aeronike in una fascia di rischio elevato, con indicatori critici su redditività, liquidità e solidità complessiva. Un quadro che, pur non escludendo in sé la possibilità di rilancio, rende evidente come la sostenibilità del progetto passi da una stabilizzazione finanziaria, condizione imprescindibile al di là dell’impegno e della determinazione di chi ne ha garantito la continuità fino a oggi.

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