Bisogna indossare un paio di occhiali da sole per poter guardare indietro al 2025 sportivo sardo senza farsi abbagliare dalla luminosa figura di Alessia Orro. Un’atleta nata in un piccolo paese dell’Oristanese che riesca a elevarsi tra i giganti della pallavolo sino a meritare il titolo di mvp ai Mondiali (vinti, come ultimo anello di una collana inestimabile), rischia di offuscare tutto il resto.
Invece da vedere e rivedere, da apprezzare e ricordare, c’è tanto altro. Magari non a quelle altezze ma tanti atleti e atlete isolani hanno fatto la loro parte per poter permettere al presidente di Coni Sardegna, Bruno Perra, per convenzione il numero 1 dello sport sardo, di tracciare anche per quest’anno un bilancio positivo. Anzi, entusiasta.
In estrema sintesi, se non tutti gli sport di squadra hanno brillato (ma gli scudetti di Amsicora hockey e Tennistavolo Sassari meritano una citazione), in molti sport individuali la Sardegna ha recitato da protagonista. Soprattutto a livello giovanile. In questo senso, la vela ha fornito prestazioni eccellenti anche in ambito internazionale. La regina degli sport, l’atletica (che, dopo ben 45 anni!, nell’Isola ha una guida nuova, Manuela Caddeo) ha offerto il consueto contributo dei propri campioni alla conquista della Coppa Europa e brillato a livello giovanile con Diego Nappi e Laura Frattaroli su tutti. Per la pesistica, disciplina antica e ben radicata sul territorio, vale il discorso della vela, ma più a livello nazionale. Il triathlon conferma di saper sfornare sempre nuovi giovani per le discipline offroad, ma si è permesso il lusso di far salire un’atleta (Elisabetta Curridori) sul podio di un Ironman. Il nuoto ha proposti volti nuovi come quello della bravissima Francesca Zucca, ad altri già noti e protagonisti nel fondo come Marcello Guidi e Fabio Dalu.
Ne dimentichiamo tanti altri, lo sappiamo, ma è necessario parlare di un altro fenomeno: i grandi eventi. L’Isola si conferma teatro di discipline sportive al massimo livello, che sfruttano il territorio, i campi da gioco naturali. Potrà averne altri, più importanti (gli Europei di calcio? la Coppa Davis?), in futuro se costruirà impianti all’altezza ma intanto si è goduta quest’anno un grande privilegio: poter offrire, soprattutto ai giovani, la possibilità di vedere - dal vivo - i più grandi campioni, quelli in grado di ispirare gli sportivi di domani.
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi
