Il conflitto.

Drone russo anche in Romania 

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Bucarest. Dopo il caso polacco arriva quello romeno, sebbene molto inferiore nelle dimensioni. Questa volta si è trattato infatti di un singolo drone russo entrato nello spazio aereo Nato, per l'appunto in Romania, con un volo di 50 minuti. Poi ha virato ed è rientrato nei cieli ucraini. Bucarest ha comunque fatto alzare i caccia. E accusato Mosca: «Sono azioni irresponsabili e rappresentano una nuova sfida alla sicurezza e alla stabilità regionale nell'area del Mar Nero», ha tuonato il ministero della Difesa.

La Romania porterà ora l'episodio all'attenzione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Bruxelles ha subito espresso solidarietà: «La violazione dello spazio aereo romeno da parte dei droni russi costituisce l'ennesima violazione inaccettabile della sovranità di uno Stato Ue», ha affermato l'alto rappresentante Kaja Kallas. «Questa continua escalation sconsiderata minaccia la sicurezza regionale: siamo solidali con la Romania e sono in stretto contatto con il governo romeno».

Toni simili dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: «L'incursione nello spazio aereo romeno costituisce ancora una volta una palese violazione della sovranità dell'Ue e una grave minaccia alla sicurezza regionale: stiamo lavorando a stretto contatto con la Romania e tutti gli Stati membri per proteggere il territorio dell'Ue». Il lancio dell'operazione Nato Sentinella Est appare dunque sempre più appropriato. Non solo. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, a Kiev in questi giorni per la Yalta European Strategy Conference, ha detto che l'idea di chiudere parte dello spazio aereo ucraino utilizzando la difesa aerea della Nato potrebbe ora tornare sul tavolo.

L'Ucraina, dal canto suo, non sta con le mani in mano. Nella notte alcuni droni hanno colpito una delle più grandi raffinerie di petrolio in Russia nella città di Kirishi (regione di Leningrado). L'impianto ha una capacità di raffinazione di oltre 10 milioni di tonnellate di petrolio all'anno e produce un'ampia gamma di prodotti petroliferi, tra cui benzina, gasolio, carburante per aviazione. Sarebbe poi stato anche colpito, secondo i media locali, un impianto chimico nella regione di Perm, a 1.800 km dal confine ucraino.

Inoltre il servizio di intelligence militare ucraina e le Forze per le operazioni speciali hanno rivendicato anche attacchi mirati alle ferrovie russe nella direzione Orël-Kursk, lungo la linea San Pietroburgo-Pskov. Queste tratte ferroviarie, affermano i servizi di intelligence, costituiscono collegamenti logistici di fondamentale importanza per l'approvvigionamento delle truppe di occupazione nelle direzioni di Kharkiv e Sumy.

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