Fra una carezza e l’altra ai cani c’è chi ha ricordato il passato in famiglia, i momenti di spensieratezza prima che la memoria venisse oscurata dalla malattia, per altri è servito a strappare un sorriso sincero, di quelli che fanno stare bene nonostante tutto. È il “miracolo” della pet therapy che contribuisce a riportare un po’ di speranza nel centro diurno Don Orione di Selargius, dove ogni giorno vengono accolti anziani e non che affrontano - insieme alle famiglie - il “male oscuro” dell’Alzheimer e della demenza. Un progetto educativo messo in campo dalla cooperativa sociale Killia con i vertici della struttura di via Custoza, e finanziato dalla Regione.
Cinque cani
A conquistare gli ospiti del centro don Orione cinque quattrozampe speciali: Fly, Hope, Yago, Altea e Jack, labrador e meticci formati come cani coterapeuti. Dieci incontri con 35 utenti coinvolti, suddivisi in 4 gruppi. Nel corso del progetto - spiegano dalla coop - sono state proposte diverse attività strutturate, pensate per stimolare le capacità sensoriali, cognitive e relazionali degli ospiti: dalla ricerca olfattiva con materiali naturali come pigne, bastoncini in legno, cotone e paglia - durante le quali gli utenti si sono ingegnati nel nascondere piccoli premi all’interno dei materiali proposti, allenando udito, tatto e olfatto - ai giochi cognitivi per favorire lo spirito di collaborazione. E ancora: attività con cibo giocattolo per scatenare curiosità, e stimolare memoria e attenzione, sempre con il cane come protagonista.
Riabilitazione
Un percorso educativo sposato da subito da Marta Malgarise, responsabile del centro diurno socio-sanitario Don Orione. «Con i ragazzi si sviluppa un lavoro progressivo e partecipato», spiega. «Anche chi all’inizio sembrava poco interessato oggi è coinvolto nelle attività. Con gli anziani il lavoro è più complesso, soprattutto per le difficoltà legate alla memoria, ma durante l’attività si osservano interesse, accettazione e un clima accogliente. Anche quando l’effetto non è duraturo, per noi è importante creare un ambiente a supporto e un momento piacevole».
La coop
Il progetto è targato Killia, la cooperativa con sede in città e impegnata da anni nel sociale. «Il cane permette agli anziani di ritornare, anche se solo per attimi, alla loro vita, ai ricordi e alla realtà», sottolinea Laura Mureddu, responsabile di progetto per la coop. «L’animale si comporta come un mediatore straordinario, capace di evocare vissuti e favorire risposte emotive immediate», ribadisce. Una relazione speciale che crea legami concreti. «C’è chi vorrebbe che il cane restasse più a lungo o che potesse portarlo con sé, collegandolo a un cane della propria quotidianità passata. Ognuno, con le proprie possibilità, cerca il contatto, richiama il cane, lo accarezza, e in quei momenti emergono sorrisi autentici e una presenza piena nel qui ed ora», conclude Mureddu.
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