Il coraggio della denuncia. Una 20enne del circondario sassarese ha deciso lo scorso anno di rivelare la violenza sessuale subita a 12 anni dal convivente della madre. Abusi avvenuti nella propria casa ad opera del 40enne che, ieri in tribunale, il gup Sergio De Luca ha condannato a sei anni di reclusione in sede di abbreviato. A lungo però quei gesti erano stati considerati come “fantasie” della minorenne e, oltretutto, l’uomo era divenuto anche il marito della mamma assumendo così il ruolo di patrigno.
Ma le abitudini devianti non si erano interrotte. Secondo le accuse il 40enne aveva posizionato delle telecamere nella stanza della ragazza, violandone così di nuovo la vita. Le immagini registrate poi, una volta acquisite dall’imputato, venivano manipolate per realizzare dei montaggi in cui il corpo della minore era accostato sia all’uomo che ad altri contesti in abbinamenti di natura sessuale. Dopo la denuncia gli inquirenti hanno avuto modo di trovare riscontri alle contestazioni nei dispositivi informatici sequestrati così anche di interferenze illecite nella vita privata. In discussione il pm Ermanno Cattaneo ha sollecitato una condanna a sei anni di reclusione mentre l’avvocata di parte civile, Gabriela Pinna Nossai, ha ricordato i traumi subiti dalla vittima. Il legale della difesa era Antonio Secci.
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