La storia

«Dal 1995 in edicola, ora passo la mano a mia figlia Maura» 

Rossella Scamutzi: così ho visto il paese cambiare sotto i miei occhi 

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Aveva rilevato l’edicola alla fine del secondo millennio e, dopo trent’anni passati a vendere giornali, è ancora là, al suo posto. Rossella Scamutzi, 64 anni, è l’edicolante storica di Serramanna, protagonista di una lunga avventura che promette di continuare in futuro con la figlia Maura, già ora nell’attività di famiglia, che rileverà l’esercizio quando la madre andrà in pensione. «Sono nata nel 1961, metà della mia vita l’ho passata qui dentro e vorrei godermi la pensione. La storia della nostra famiglia con la carta stampata però continuerà perché l’edicola passerà a mia figlia», dice la signora Rossella.

Sul filo della cronaca

Era il 1995 quando lei e suo marito Alberto Picci rilevarono l’esercizio che fino ad allora era stato di Dino Trudu. «Con mio marito siamo andati avanti per qualche anno, poi lui è venuto a mancare e mi sono ritrovata a portare avanti l’edicola da sola». Tante le notizie legate alla sua lunga attività. Come quella terribile, nel luglio 2006, pubblicata sull’Unione Sarda che raccontava la tragica morte del vecchio edicolante, travolto e ucciso da un treno mentre con la sua bicicletta attraversava il passaggio a livello di via Parrocchia. «Fu una tragedia che mi rattristò enormemente», racconta. Un lavoro, quello di chi sta al banco dell’edicola, difficile e che obbliga a fare alcuni sacrifici. «Vendere giornali è faticoso: orari dilatati e, fino a poco tempo fa, apertura anche la domenica. Fortunatamente abbiamo trovato una soluzione con gli altri colleghi: ora facciamo i turni domenicali per consentire a tutti di tirare il fiato».

Osservatorio privilegiato

Nonostante questo, spiega Rossella Scamutzi, «vendere giornali mi è piaciuto sempre molto, e l’aspetto che più mi ha gratificato è stato il contatto con la gente, con i clienti che venivano, e vengono, in edicola per acquistare la copia del quotidiano, o della rivista, e con i quali si finisce per fare una bella chiacchierata». Attraverso la porta gialla (per questo viene chiamata “edicola gialla”), al civico 82 della centralissima via Roma, ha visto scorrere trent’anni di vita serramannese. Storie belle, notizie di rilievo sportivo (come le gare di atletica del Trofeo XXV Aprile di corsa su strada che per anni hanno richiamato a Serramanna il meglio del podismo italiano e internazionale), resoconti di cronaca nera (come le rocambolesche rapine alle filiali di istituti bancari distanti pochi metri dall’edicola gialla). «Chi viene a comprare il giornale dice “Vado all’edicola gialla”, come è conosciuto il mio negozio. Da qui ho sempre visto e osservato tutto, nel bene e nel male».

Scelte e impegno

Un paio di semplici banchetti per i giornali e gli espositori alle pareti da cui fanno capolino le iconiche, e rassicuranti, prime pagine che raccontano eventi sportivi rimasti nella memoria: la vittoria (ai rigori) degli Azzurri del 2006, che ha segnato un’epoca. Ancora, fianco a fianco, la foto di Papa Francesco e della posa plastica del sinistro di Gigi Riva, regalo dell’Unione Sarda. Nell’edicola gialla di Rossella Scamutzi poco è cambiato nel corso dei decenni. Non è cambiata la filosofia originaria del suo mestiere. «Anche quando i guadagni sono diminuiti, ho continuato nella vendita esclusiva di giornali e riviste. Al massimo qualche gadget o giocattolo abbinati ai periodici, e niente altro», spiega. Per breve tempo ha proposto le lotterie istantanee e il Gratta e vinci, ma ha subito eliminato schede e schedine. «Ho detto basta. Venivano le persone più modeste e bisognose, e per inseguire il sogno di una vincita investivano i pochi soldi che avevano».

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