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Askatasuna, battaglia con la polizia 

Scontri al corteo contro lo sgombero del centro sociale: nove agenti feriti 

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TORINO. Famiglie, bimbi piccoli in spalla, cartelli e striscioni. “Torino partigiana. Que viva Askatasuna”, con tanto di foto di una donna partigiana in testa. È cominciato così nel pomeriggio il corteo dopo lo sgombero giovedì del centro sociale degli autonomi, occupato dal 1996. In una città blindata nell'ultimo sabato prima del Natale, la protesta è finita con scontri con la polizia dopo un tentativo della testa del corteo di riavvicinarsi alla palazzina di corso Regina Margherita, nel quartiere Vanchiglia.

Lanci di bombe carta

Un primo bilancio di feriti tra le forze dell'ordine è di nove agenti dei reparti mobili colpiti da oggetti contundenti. Gli scontri sono avvenuti quando il corteo è arrivato vicino all'edificio sgomberato, che resta presidiato dalle forze dell'ordine. Un gruppo di persone incappucciate ha cercato di sfondare il cordone della polizia, a 500 metri dalla palazzina. Hanno lanciato contro gli agenti bottiglie, bombe carta artigianali, fuochi d'artificio e pietre.

Le forze dell'ordine hanno risposto con idranti e lacrimogeni, con cariche e manganellate, mentre i manifestanti cercavano di colpirli a bastonate e hanno costruito barricate di cassonetti bruciati. Sugli attivisti di Askatasuna il vicepremier Antonio Tajani ha detto: «Tanti di questi sono figli di papà che se la prendono coi figli del popolo. Manifestare è un diritto, non distruggere auto o picchiare chi fa il proprio lavoro». «Nulla - ha commentato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo - può giustificare la violenza e i danneggiamenti, mai: si tratta di comportamenti inaccettabili che compromettono gravemente la credibilità, la forza e il senso stesso delle rivendicazioni».

«No all’illegalità»

«Oggi lo Stato ha confermato che non si lascia intimidire e che illegalità e aggressioni non trovano cittadinanza a Torino e in Piemonte», le parole del governatore Alberto Cirio. Mentre per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini «lo sgombero di Askatasuna è solo l'inizio. Ruspe sui centri sociali covi di delinquenti». La partenza della manifestazione è stata davanti alla sede storica delle facoltà umanistiche, Palazzo Nuovo, con oltre tremila persone. Hanno iniziato a camminare al grido “Askatasuna vuol dire libertà (in lingua basca, ndr), nessuno ci fermerà” e “guai a chi ci tocca”. C'erano residenti del quartiere dove si trova il centro sociale sgomberato, giovani e bambini con uno striscione con le impronte delle loro mani.

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