Sestu.

Crisi senza fine, chiudono i negozi storici 

Ultimi giorni per molte attività commerciali. L’assessora: «Servono interventi» 

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Sarà l’ultimo Natale per tante attività commerciali a Sestu. E anche se le ragioni sono un po’ diverse da un caso all’altro, tanti negozi chiuderanno definitivamente con la fine dell’anno. In giro per la cittadina è facile vedere i cartelli che annunciano “sconti del 50%” e “svendita totale”. Certamente tra i commercianti c’è poca voglia di parlare.

Giù le serrande

Tante spese, pochi clienti, e tanto lavoro, con la ricompensa di guadagni che non bastano. E così i più giovani cercano un lavoro nuovo, per imparare qualcosa di diverso e fare nuove esperienze. Mentre per i più anziani c’è la pensione, magari vendendo o affittando il locale. Abbasserà le serrande definitivamente il negozio di Rosaria Usai in piazza san Salvatore: aperto da più di quarant’anni è quasi una grotta delle meraviglie tra articoli per la casa, intimo, e giocattoli e soprammobili di una volta come le meravigliose bambole in porcellana che la proprietaria mostra con orgoglio, un po’ commossa. «Certe cose si trovano solo qui, a me non piace andare ai centri commerciali», si sfoga Ornella Cugis, entrata per comprare un regalo speciale alle nipotine.

Emporio storico

Ultimi giorni di attività anche per un altro negozio storico, l’emporio Sechi in via Scipione, specializzato in articoli per la casa e per animali. E chiuderà pure l’Antica Bottega di Giulia Deidda in via Cavour, che aveva aperto nel 1950 ed era alla terza generazione: «Questo posto è il nostro Facebook», afferma Roberta Deidda, «qui si viene per una chiacchierata e per incontrare la gente, altro che online». Mentre Davide Cicolo continua: «Sono di Roma ma mia moglie è sarda e amo tornare in questo negozio quando andiamo in vacanza. Queste botteghe sono un modo per ritrovare un legame umano». L’attuale titolare, Giulia Deidda, promette: «La sera del 30 ci troviamo qui per mangiare un dolce insieme».

Le cause

Pesa la concorrenza dei centri commerciali, tantissimi intorno a Sestu, sulla ex 131. Ma forse oggi tutto si fa di fretta e, complice il costo della vita, anche passare una serata in giro per negozi è quasi un lusso. «Ci vorrebbero provvedimenti di carattere nazionale o regionale, in quanto istituzioni che legiferano – commenta l’assessora alle Attività Produttive, Laura Petronio –. Il problema non riguarda solo Sestu, ma è un fenomeno generalizzato che colpisce anche nella grande città con tante serrande abbassate pure nelle vie definite dello shopping».

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