Padova. «Anni durissimi», li definisce Andrea Tonello, quelli trascorsi ad avere una notizia della figlia Chantal, scomparsa nel nulla assieme alla madre 13 anni fa da Vigonza (Padova) e ritrovata venerdì in Ungheria dopo lunghissime indagini. «Chantal è nata ieri: per undici anni ha visto solo due o tre persone oltre alla madre, non è mai uscita di casa, non è mai andata a scuola, non ha mai visto un medico né ha fatto i vaccini. È psicologicamente molto fragile - racconta l’uomo - e io di questa fragilità tengo conto in primis, con la decisione di non riportarla in Italia, come la legge mi darebbe facoltà».
L’imprenditore, a cui il tribunale ha affidato in via esclusiva la bambina, parla con tranquillità e determinazione dopo esser tornato nella sua casa di Carmignano di Brenta. Per lui si è trattato dell’ultimo miglio di una maratona giudiziaria iniziata nel 2012, quando la figlia avuta da Claudia, donna di nazionalità ungherese, se ne è andata dalla loro casa di Vigonza, senza fare più ritorno. «Sono stati anni durissimi, ma la parte più dura inizia adesso», aggiunge Tonello, «perché ho il dovere di ricostruire un rapporto con questa ragazzina che mi vede come un orco, perché così sono stato ritratto da sua madre. So che la bimba mi ha visto in foto in questi anni in cui ha vissuto di fatto segregata in casa. So che la madre le ha sempre detto che se fosse uscita di casa sarei arrivato io a portarla via da tutti in un Paese lontano. Non accadrà nulla di tutto questo».
L'incubo per Andrea era iniziato a Natale del 2011, quando l'allora moglie Claudia gli aveva intimato di non raggiungere l'Ungheria dove era tornata con la bimba, per quella che avrebbe dovuto essere una breve vacanza e invece è stato un allontanamento forzato dalla figlia fino a due giorni fa. «Con il senno del poi - aggiunge - potrei dire che per lungo tempo le autorità preposte a fare pressione perché fossero tutelati il mio diritto di padre e quello di mia figlia hanno dormito. L'unico a darmi davvero una mano è stato il sottosegretario Cosimo Maria Ferri. Chantal avrebbe potuto essere libera già nel luglio 2012 se da Roma avessero fatto ciò che andava fatto».
A Chantal, con la quale ha potuto trascorrere un pomeriggio, Tonello ha portato un peluche; la ragazzina, racconta, ha studiato con gli occhi quell'uomo che diceva di essere il suo papà, dai modo gentili, e dopo un paio d'ore ha accettato i regali, e di farsi fare una foto da mostrare alla sorella che vive in Italia.
«Per me - spiega Tonello - quel momento è stato un nuovo inizio». Nessun sentimento di odio verso l’ex moglie: «Mi fa solo pena lei e ciò che ha fatto alla bambina, aveva e ha bisogno di essere aiutata».
RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi