«Rinnovo la volontà di farci parte attiva nei confronti dell’Unione europea per trovare, secondo un approccio costruttivo, soluzioni condivise a problemi comuni. Un anno fa, con la risoluzione sulle Isole, abbiamo voluto tracciare un percorso di dialogo con le istituzioni dell’Unione europea per portare nell’agenda della UE il tema dei territori insulari. Oggi chiediamo che la Commissione europea, già prima delle prossime elezioni, traduca la risoluzione in una proposta di regolamento».

Sono le parole del vicepresidente della Giunta regionale, Giuseppe Fasolino, intervenuto questa mattina a Bruxelles nell’ambito della conferenza  “Lo scenario dopo la risoluzione del Parlamento europeo sulle regioni insulari: quali i prossimi passi?”.

Al centro dell’intervento di Fasolino anche la proposta di istituire una task force inter-istituzionale per i diritti delle Isole di cui è stato promotore il Presidente della Regione, Christian Solinas.

«Una task force - ha spiegato Fasolino - fortemente voluta dal Presidente e sostenuta da tutti i Presidenti delle Isole d’Europa, che oltre ad essere un valido strumento per accompagnare il lavoro della Commissione sarebbe sicuramente un segnale forte che avvicinerebbe l’Europa ai nostri territori: ci aspettiamo che le istituzioni europee, e la Commissione europea in particolare, prendano atto delle sfide sociali, economiche e demografiche che la condizione di insularità ci impone».

Organizzata dall’Ufficio di Bruxelles della Regione Sardegna che è la regione capofila del partenariato delle Regioni insulari periferiche del Mediterraneo costituito appunto da Sardegna (Italia), Isole Baleari (Spagna), Corsica (Francia), Gozo (Malta), Isole Ionie e Creta (Grecia), la conferenza inserita nel quadro della “Settimana europea delle Regioni e delle città” ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente della commissione per lo sviluppo regionale, Younous Omarjee.

«Non si tratta di una questione nuova nel dibattito europeo – ha evidenziato il vicepresidente Fasolino - Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea, infatti, declina l’obiettivo della coesione, e quindi del superamento dei divari nel livello di sviluppo tra regioni, in tre dimensioni, una delle quali è quella territoriale. Eppure, quella insulare è una questione ancora aperta, e molta strada resta da fare per giungere a una piena attuazione delle disposizioni del Trattato – ha proseguito - Vivere in un’isola non è una condizione territoriale neutra, né per i cittadini, né per le imprese. Per questo motivo nel 2023 le nostre sei Regioni insulari hanno sottoscritto una dichiarazione politica per sollecitare le istituzioni europee a iniziare un percorso di collaborazione con noi».

L’esponente della Giunta Solinas ha poi ricordato le tappe e le richieste di cui si è fatta promotrice la Regione Sardegna: «Abbiamo chiesto che la questione territoriale sia istituzionalizzata, attraverso una task force in cui trovino espressione il Parlamento europeo, la Commissione europea, il Comitato delle Regioni, e i rappresentanti delle Regioni insulari. Abbiamo chiesto inoltre che i territori insulari siano maggiormente considerati nella formulazione delle politiche europee, fin dalle fasi preliminari ed è per questo che riteniamo importante che gli studi compiuti dalla Commissione europea contengano un focus dedicato ai territori insulari. Mi riferisco in particolare alla relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale di prossima pubblicazione, che regolarmente trascura le isole». «Analoga richiesta – ha poi evidenziato – è stata presentata al Comitato delle Regioni, in relazione al suo Rapporto annuale sullo stato delle regioni e delle città dell'UE: ci aspettiamo anche in questa sede una attenzione specifica per i nostri territori».

Nel corso del 2023, ha sottolineato ancora il vicepresidente Fasolino, «grazie alla stretta collaborazione con soggetti istituzionali presenti a Bruxelles, siamo riusciti a emendare il regolamento europeo che prevede la decarbonizzazione progressiva dei carburanti nelle flotte civili e commerciali, con misure di esenzione per le rotte che collegano le isole al continente. Gli interventi per la tutela dell’ambiente, che è un obiettivo strategico condiviso e patrimonio comune dei nostri valori a favore di un paradigma di maggiore tutela del clima, produrranno come effetto collaterale un sensibile aumento dei costi di trasporto marittimo, che è una infrastruttura vitale per le regioni insulari in cui, soprattutto per le merci, non esistono modalità di trasporto alternative. Questo dispositivo – ha evidenziato - è l’esempio plastico della necessità di una preliminare valutazione degli impatti che la legislazione e le politiche della UE possono produrre nei nostri territori, i cui svantaggi strutturali e permanenti richiedono un approccio specifico».

«Non si tratta di richiedere una posizione di privilegio – la conclusione – ma al contrario permettere ai nostri cittadini le stesse condizioni di vita delle altre regioni, e alle nostre imprese di poter concorrere ad armi pari con quelle presenti in altri territori».

(Unioneonline/v.l.)

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