D a qualche giorno il dibattito sullo sviluppo futuro di Cagliari si è fatto più serrato. Si parla di riconvertire al turismo il vecchio ospedale Marino, ridotto a un orribile scheletro di cemento a due passi dal mare, di trasformare in hotel la vecchia e inutile stazione marittima, del tunnel sotto la via Roma che la renderebbe una grande piazza. E ancora del nuovo stadio, della candidatura a capitale europea del verde e del senso unico in viale Marconi. Insieme ai consensi fioccano le polemiche che come troppo spesso succede si appoggiano a ragioni fondate più sull'appartenenza politica che sulla valutazione obiettiva delle opere. Però è positivo che si torni, forse in maniera disordinata, senza un progetto condiviso con la popolazione e con le opposizioni, a parlare di cose, che potrebbero diventare reali. Cagliari quindi sembra muoversi come da qualche anno sta facendo Olbia, Truzzu un po' sulle orme di Nizzi, sindaco discusso e autoritario ma di un efficientismo che ha trasformato la città. Il rischio ad Olbia (vedi abbattimento della sopraelevata e città verticale) è quello di esagerare, quello di Cagliari è di disperdere i soldi, che pare siano disponibili, in dannose diatribe. Resta il fatto che la città è sporca e basta un temporale per trasformare le strade di Pirri in un fiume. Bisogna porre rimedio pur coltivando altre ambizioni. Noi restiamo vigili.

BEPI ANZIANI
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