P er giorni, su Facebook, se la sono presa col sindaco Truzzu, reo di aver voluto la ruota panoramica nel porto di Cagliari, finché qualcuno ha fatto notare che l'idea è nata nella primavera del 2019 dall'Autorità portuale di concerto col Comune che però era allora guidato da Massimo Zedda. Il cielo di molti oppositori si è improvvisamente schiarito e sono caduti i presupposti negativi. «L'idea della ruota in fondo non è male»; «È vero che rovina lo skyline della città a chi arriva dal mare (ma quanta gente sbarca dalla Tirrenia ormai?)»; «È vero che è una roba vista e rivista e che ci saliranno tutti i gaggi della città e dell'hinterland ma, chi se ne frega!»; «Ben venga se alla fine porta lavoro e attrae i turisti. E poi, essendo una iniziativa privata, non costerà nulla alla città». Sono esempi. Ma ci dicono tante cose, una soprattutto: che in tanti hanno perso la capacità di giudicare i fatti senza farsi condizionare dalle simpatie, politiche o personali. E questa orribile moda ha trovato la sua piattaforma di lancio ideale nei social. Se posso aggiungere un mio «è vero», direi che non si può, ogni volta che qualcuno fa qualcosa, tirare sempre in ballo altre priorità. Che indubbiamente ci sono ma di sicuro non si escludono a vicenda. Allora, saliamo sulla ruota sorridendo all'addetto se ci dirà in casteddaio: «Sezzi innoi ca bisi a Pirri». Sperando che la prossima volta, magari, vedremo più lontano. In tutti i sensi.

BEPI ANZIANI
© Riproduzione riservata