È un giorno di festa per la famiglia Locci il 26 settembre 1978: il piccolo Luca, sette anni, viene liberato dopo essere stato nelle mani dei sequestratori per 93 giorni.

A rapirlo, il 24 giugno, a Macomer, sono stati banditi dell'Anonima: mentre il bimbo giocava con gli amichetti era improvvisamente sparito.

L'allarme era scattato subito, così come la disperazione: il capofamiglia, Franco, titolare di una concessionaria di auto, era nelle Marche; era il secondo sequestro ai danni di un bambino in pochi mesi.

Per giorni e giorni tutti lo avevano cercato, ma la liberazione era poi avvenuta a Lula, in campagna, dietro il pagamento di un riscatto.

Come aveva poi raccontato lo stesso protagonista, era stato tenuto in una capanna, legato e con in testa un cappuccio, che gli veniva tolto solo per consentirgli di mangiare, soprattutto pane e Nutella.

I carcerieri non lo perdevano mai di vista, e gli puntavano le armi contro, costringendolo a stare sempre di spalle e non girarsi mai, per evitare di vederli in faccia.

Per quel sequestro sono finiti a processo tre pastori e un macellaio, tutti di età compresa tra i 20 e 38 anni.

(Redazione Online/s.s.)

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