È una normale mattina di lavoro all'ospedale oncologico "Armando Businco" di Cagliari, quando l'aiuto primario Giovanni "Nannino" Maxia, tornato dalle ferie, trova nel suo studio una sorpresa agghiacciante: la scrivania è cosparsa di vetri e sul pavimento c'è una pallottola.

Gli inquirenti non hanno dubbi. Si è trattato di una intimidazione rivolta proprio al medico, 62 anni, cagliaritano. "Stai attento, sappiamo come colpirti", l'inquietante messaggio sottinteso al proiettile. L'autore del gesto sapeva che in quel momento il medico era assente e ha voluto spaventarlo facendogli sapere di aver libero accesso addirittura al suo studio.

Maxia nega di avere nemici, eppure nell'ascensore dell'ospedale da giorni venivano scritti messaggi minatori, rivolti proprio a lui.

"Non ho idea di chi mi voglia così male", dice. "Io vengo qui solo per curare i pazienti colpiti dal peggiore dei mali".

Ben presto i giornali sposano la teoria del complotto. Una vicenda di avanzamento di carriere che riguarda lo specialista, che da anni cercava di ottenere la promozione da vice a primario. Maxia si era anche rivolto al Tar per superare gli "strani" ostacoli frapposti alla sua promozione dai vertici dell'ospedale, che lui stesso in passato aveva definito "massonici". Ma allora quella pallottola, nella stanza, chi ce l'ha messa?

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