Sono le 2:30 del mattino del 17 giugno 1972 quando alla polizia di Washington arriva una strana telefonata: è una donna, che ha notato delle luci sospette di fronte a casa sua, all'interno di un complesso di uffici del Watergate Hotel.

Armati di torce, nell'albergo ci sono cinque uomini: tre esiliati cubani, un cittadino americano e un misterioso quinto uomo. "Siamo idraulici", dicono alle forze dell'ordine che vanno a prelevarli. Ma la loro attrezzatura è decisamente sospetta: macchine fotografiche, attrezzi da scasso e penne che sparano gas lacrimogeno.

Basta poco a fare due calcoli: dentro il Watergate Hotel ci sono gli uffici del Comitato nazionale del Partito democratico, dove si lavora alla campagna elettorale per le presidenziali del 1972.

È allora che si scopre che il quinto uomo è James McCord, ex agente della Cia, coordinatore per la sicurezza del Comitato per la rielezione del presidente repubblicano Richard Nixon, e che gli "idraulici" erano in realtà in missione per sabotaggio e spionaggio politico.

Nixon, eletto al primo mandato nel 1968 e riconfermato nel 1972, tenta in tutti i modi di coprire la vicenda, anche licenziando il direttore generale dell'Fbi.

Ma, grazie al lavoro di due giovani giornalisti del Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, la storia porterà alla richiesta di impeachment e, prima ancora che le accuse vengano formulate, alle clamorose dimissioni di Nixon.

(Redazione Online/D)
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