Alle 11.02 del 9 agosto 1945, sulla città portuale di Nagasaki, viene sganciata dall'Aeronautica militare statunitense la seconda bomba atomica, tre giorni dopo quella che aveva distrutto Hiroshima.

L'ordigno, il cui nome in codice è Fat Man (per la sua forma ovoidale), è lungo 2,34 metri con un diametro di 1,52 metri, utilizza plutonio-239, polverizza Nagasaki e tutto ciò che esiste nel raggio di 1 km.

In realtà, l'obiettivo iniziale della missione era Kokura. Ma le nubi non permisero di individuare esattamente l'obiettivo, e dopo tre passaggi sopra la città, e ormai a corto del carburante necessario per il viaggio di ritorno, viene dirottato sull'obiettivo secondario, Nagasaki appunto.

L'onda d'urto provocò crolli e incendi fino a 15 km dall'epicentro.

A morire 40mila persone, anche se il totale delle vittime viene poi stimato intorno alle 80mila persone, incluse quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti.

In Europa il Secondo conflitto mondiale era terminato da due mesi, ma dall'altra parte del mondo il Giappone, nonostante la sua situazione disperata, rifiutava ancora di arrendersi.

(Unioneonline/s.a.)

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