7 maggio 2015: due fratelli musulmani, Saïd e Chérif Kouachi, francesi di origine algerina, armati fino ai denti, fanno irruzione nella redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo.

È strage: 12 morti e 11 feriti, tra giornalisti, vignettisti e impiegati.

Una carneficina in nome dell'Isis, per "punire" il magazine per una serie di vignette blasfeme contro Maometto.

I gruppi islamisti esultano per la "vendetta", mentre la Francia e l'Occidente si mobilitano - con il motto "Je suis Charlie" - per difendere libertà di espressione, critica, satira e laicismo.

La violenza estremista, però, colpirà ancora: all'indomani dell'assalto alla redazione, con l'attacco al supermercato Hyper Cacher, e soprattutto il 15 ottobre, con la strage al Bataclan.

(Unioneonline/l.f.)

Gennaio 2018
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