#AccaddeOggi: 5 marzo 1953, muore all'alba il segretario sovietico Stalin
Accadde oggi"Josef Stalin è in agonia". L'annuncio, diramato dal comitato centrale del Pcus, fa il giro del mondo: le radio e le televisioni sospendono la programmazione, i giornali lanciano edizioni straordinarie a intervalli regolari, le edicole vengono prese d'assalto da milioni di persone, comunisti e non, in cerca di nuovi elementi.
Le notizie diffuse il giorno prima, il 4 marzo 1953, non sono molte: si parla di emorragia cerebrale, di una paralisi al volto. Poi più nulla, tanto che su L'Unione Sarda del 5 marzo si scrive di una morte già avvenuta e si pubblica in prima pagina una biografia. Una scelta giusta, perché il generalissimo era deceduto all'alba di sessantaquattro anni fa per un colpo apoplettico, convinto di essere vittima di una congiura.
La prima reazione internazionale è di stupore: il segretario del Partito comunista dell'Unione sovietica era considerato un "uomo d'acciaio", e tale era infatti il significato del suo soprannome, Stalin. Affidato alle cure dei migliori specialisti, il numero uno dell'Urss voleva combattere la malattia e sfidare la stessa vecchiaia.
Con la sua scomparsa, a 74 anni, c'è chi crede che il comunismo sia finito, chi è sicuro che abbia già nominato il suo successore, chi sa che venendo a mancare una figura così imponente sarebbero scoppiate le tensioni interne al partito e l'equilibrio tra i blocchi sovietico e americano.
Il culto della sua figura sarà demolito tre anni dopo dall'erede Nikita Crusciov che, nel suo discorso al XX Congresso del Pcus, denuncerà i crimini commessi dal maresciallo e avvierà il processo di "destalinizzazione".
Febbraio