Nato il 17 gennaio del 1942 a Louisville (Kentucky), Muhammad Alì, vero nome Cassius Marcellus Clay Jr, è stato tra i più forti pugili della storia.

"Sportivo del secolo" secondo Sports Illustrated e "personalità sportiva del secolo" per la Bbc, ha scritto anche dei libri: "The Greatest: My Own Story" e "The Soul of a Butterfly".

La sua carriera inizia quando è ancora un bambino: a 11 anni comincia ad allenarsi dopo che qualcuno gli ruba la bicicletta e un poliziotto, che lo vede tanto arrabbiato, gli suggerisce di cominciare a tirare di boxe.

Oro olimpico ai Giochi di Roma nel 1960 e nel 1964, ottiene il titolo mondiale dei pesi massimi quando ha poco più di vent’anni, battendo il potente Sonny Liston; fino a quando non decide di unirsi alla setta Nation of Islam, il suo nome è Cassius Clay, per poi diventare Muhammad Alì.

Sul finire degli anni ’60 viene anche arrestato dopo essersi rifiutato di combattere durante la Guerra in Vietnam e per questo non salirà sul ring per quattro anni. La sua condanna viene infine annullata dalla Corte suprema degli Stati Uniti.

Tantissimi i suoi successi, dati dal gioco di gambe e dalla prontezza di riflessi, che gli hanno portato il soprannome "The Greatest", ossia "il più grande": su 61 incontri, il suo record è di 56 vittorie, 37 delle quali per Ko, mentre ha perso per Ko una sola volta.

Sul fronte privato, si è sposato quattro volte e ha avuto due figli e sette figlie; nel 1984 gli viene diagnosticato il morbo di Parkinson, che lo accompagnerà poi alla morte, a seguito di altre patologie, il 3 giugno 2016.

(Unioneonline/s.s.)

Gennaio 2018
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