L’Italia intera è sconvolta dai recenti episodi di violenza contro le donne che si stanno consumando nel Paese. L’ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, dove una studentessa di 18 anni è stata violentata da un branco. Ha raccontato alle forze dell’ordine di essere stata invitata a una festa a casa di amici, in cui dovevano esserci anche ragazzi e ragazze. Quella festa, però, non c’è mai stata perché la giovane, al suo arrivo, ha trovato i quattro arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata. Dopo aver trascorso tutti insieme alcuni momenti ascoltando musica e bevendo un po’, avrebbe avuto un rapporto sessuale con uno dei ragazzi, ma improvvisamente qualcosa sarebbe cambiato e il giovane avrebbe invitato anche i suoi amici. La studentessa ha detto agli inquirenti di essersi ribellata ma i quattro avrebbero abusato di lei, procurandole contusioni in tutto il corpo mentre lei implorava di fermarsi.

Questa storia, per alcuni aspetti e dinamiche, riporta alla mente quanto accaduto il 29 settembre del 1975 a Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due ragazze della borgata romana che avevano rispettivamente 17 e 19 anni che studiavano e lavoravano. Un giorno conoscono Angelo Izzo e Gianni Guido che dà loro appuntamento davanti a un cinema all’Eur. Quei due giovani dell’alta borghesia romana propongono alle due ragazze di andare prima a Lavinio, a casa di un amico, ma poi si dirigono a San Felice Circeo, nella villa del papà di Andrea Ghira, un altro loro amico. Non c’è nessuna festa in quella casa: niente musica o amici che ballano, proprio come a Campobello di Mazara. I pariolini minacciano, picchiano e violentano le due ragazze. Arriverà anche Andrea Ghira, padrone di casa, che abuserà sessualmente di Rosaria Lopez. Le picchieranno, violenteranno, somministreranno loro sonniferi. Una violenza inaudita. Rosaria morirà, Donatella riuscirà a salvarsi fingendosi morta.

Un’altra vicenda che sta facendo molto discutere è quella di Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle. Il figlio di Beppe è coinvolto in una vicenda giudiziaria che riguarda una presunta violenza sessuale che sarebbe avvenuta nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, in Sardegna. Dopo una serata al Billionaire, Ciro e altri tre amici conoscono due ragazze che invitano in una villa. Proprio lì si sarebbe consumata la violenza sessuale di gruppo, in uno stato di incoscienza delle ragazze, aggravata dall’uso di sostanze alcoliche. Beppe Grillo è intervenuto con un video dicendo: “Perché non li avete arrestati subito? Perché vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato lo stupro, non c’entrano niente, perché una persona che viene stuprata la mattina e al pomeriggio fa il kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia vi è sembrato strano: bene, è strano!”. Nessuna parola nei confronti della ragazza da parte dei fondatore del Movimento Cinque Stelle, che invece espone mediaticamente la vittima quasi a colpevolizzarla o a farla sentire una bugiarda. Un atteggiamento che può avere gravi ripercussioni su tutte quelle ragazze che vogliono denunciare un abuso ma e che a seguito di questa esternazione da parte di un personaggio pubblico possono sentirsi profondamente demotivate perché delegittimate.
La difesa del figlio Ciro riporta alla mente il documentario “Comizi d’Amore” di Pasolini del 1963, in cui vengono intervistati gli italiani, da Nord a Sud, di tante classi sociali. In quel docu-film emerge la nevrosi di un Paese che parla di educazione sessuale ma preferisce nascondersi dietro a un dito, sventolando la bandiera dell’ipocrisia. Pasolini riesce a fotografare l’Italia degli anni ’60 mettendo in luce l’ipocrisia della piccola borghesia, evidenziando il peso della morale cattolica che vede la donna come madre, casalinga, priva di libertà e sottomessa all’uomo dominante che non le concede neppure la possibilità di bere un caffè al bar o una passeggiata con le amiche perché altrimenti risulterebbe una poco di buono, mentre l’uomo può concedersi le passeggiate con gli amici o le scappatelle. Forse oggi non è cambiato proprio nulla perché il bigottismo è rimasto immutato, con le stesse nevrosi. Lo sviluppo tecnologico ha soltanto esasperato le menti, abbattendo ogni forma di repressione e trasformando qualsiasi forma di empatia in un plasticismo innaturale che non conosce più barriere o limiti. 

Angelo Barraco

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