Sono circa le 23 del 27 agosto 1979 e i coniugi De André si stanno preparando per andare a letto quando nella loro villa fra Tempio Pausania e Oschiri entrano indisturbati tre uomini armati, dell'Anonima Sequestri, con il volto coperto.

Prima che i due cantanti si rendano conto di quanto sta accadendo, vengono spinti nei sedili posteriori di un'auto, poi costretti a camminare per ore "tra cespugli e rovi", racconterà Dori Ghezzi, "con la testa incappucciata". Sono alle pendici del Monte Lerno, a Pattada, si scoprirà poi.

Comincia così il sequestro di uno dei cantautori più celebri e amati d'Italia e della sua compagna.

"Tutto è stato di una facilità inimmaginabile - scriverà L'Unione Sarda il giorno successivo -. Anche perché carabinieri e polizia erano impegnati a Tempio dove si festeggiava il patrono, San Paolo Eremita".

Seguiranno quattro mesi di angoscia per i familiari, di estenuanti trattative con i rapitori e solo il pagamento di 550 milioni di lire porterà al rilascio dei due prigionieri. Prima Dori, poi Fabrizio.

L'artista genovese, che perdonò i suoi carcerieri ma non i suoi mandanti, resterà profondamente segnato dalla terribile esperienza. La racconterà, naturalmente in versi, nel capolavoro "Hotel Supramonte": "Passerà anche questa stazione senza far male/Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore...".

(Unioneonline/D)

Agosto 2019

Luglio 2019
© Riproduzione riservata