È il 16 marzo del 1984 quando Maracalagonis piomba nell’orrore. Una nonna e il suo nipotino di tre anni vengono sgozzati in casa. Margherita Pinna, 78 anni, ed Eugenio Usai di tre, massacrati a pugnalate.

Qualcuno, quando è il primo pomeriggio, scavalca il muro del cortile ed entra nella cucina dell’abitazione di via Regina Margherita. L’anziana è in cucina e lì viene colpita al cuore e alla gola. In una camera da letto c’è il piccolo Eugenio che gioca. Di fronte al killer cerca di coprirsi il volto ma non può fare molto, anche lui viene ammazzato con fendenti al cuore, al collo e alle mani.

Il nostro cronista Raffaele Serreli arriva in pochi minuti: "Il primo pensiero di tutti è stato quello per cui ad agire poteva essere stato solo un pazzo - ricorda - , non si poteva immaginare che qualcuno uccidesse così un bambino e una donna anziana. E soprattutto: perché era entrato in quella casa?".

Le indagini sono serrate e pochi giorni dopo tre giovani del paese vengono arrestati, uno è minorenne. Si accusano l'un l'altro, in un rimpallo di responsabilità. Avrebbero agito per rubare il denaro che il padre del bambino aveva raccolto per beneficenza.

"Una vicenda che aveva sconvolto non solo Maracalagonis ma tutto il circondario", aggiunge Serreli.

"Non perdoneremo mai" saranno le parole dei genitori di Eugenio, che avevano quell'unico figlioletto.

(Unioneonline/s.s.)

Marzo 2020

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