"L'ultimo vero poeta di Roma": è il pensiero affidato da amici e parenti su un cartoncino rosso accanto al loculo di Franco Califano sepolto nel cimitero di Ardea, comune a 40 chilometri a sud di Roma. Califano è nel loculo 19, a poca distanza dal fratello Guido e dal nipote Fabrizio che si trovano al 15 ed al 13, morti entrambi nel 1994. Ad accogliere il feretro, sotto una pioggia battente, sono state circa 300 persone, per lo più abitanti della zona. La sorella Liliana, la figlia Silvia e gli amici più cari hanno deciso di riempire quel loculo delle sue passioni per non lasciarlo solo, lui che odiava la solitudine. Sulla bara hanno poggiato la sciarpa e la maglia dell'Inter con il numero 70 e la scritta "Califfo", due garofani e due rose, una rossa ed una bianca, perché il "Maestro amava molto i fiori", una pergamena con una sua foto, e tanti biglietti e lettere. Davanti al loculo, per ora soltanto plastificato, è stato collocato un cartoncino con l'epitaffio scelto direttamente da Califano "Non escludo il mio ritorno" con due piccole foto: una di quando era giovane ed una più recente. Fra qualche giorno sarà apposta la lapide. Parenti e amici sono ancora incerti su quale foto scegliere, se preferire una foto di gioventù o della maturità. Per questo, per ora, ne hanno messe due. Al cimitero di Ardea è già cominciato il pellegrinaggio della gente comune, mentre a Roma il sindaco Gianni Alemanno pensa di intitolargli una via nel quartiere della Garbatella. "Franco amava la Garbatella, avrebbe voluto andare a vivere lì o all'Eur. Gli piaceva - ricorda Alberto Armellini, il suo medico personale ed amico - sul piano architettonico e per il calore degli abitanti. Era un quartiere voluto da Mussolini per dare alloggi comunali alla povera gente. Con Franco ne abbiamo parlato tante volte: lui ad esempio sottolineava che Corviale era nato con lo stesso obiettivo ma c'è davvero una bella differenza". Perchè Franco, il "maestro", il "Califfo" era così, appassionato ma anche schivo, contraddittorio e per questo piaceva: amava-riamato Roma ma ha chiesto di essere sepolto ad Ardea, amava la Garbatella ma viveva in un altro quartiere Acilia.
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