#AccaddeOggi: 21 agosto 1968, i carri armati sovietici pongono fine alla Primavera di Praga

21 agosto 2021 alle 07:01

Nella notte del 21 agosto 1968 le truppe sovietiche - con una forza stimata tra i 200mila e i 600mila soldati - occupano la Cecoslovacchia, mettendo fine alla cosiddetta Primavera di Praga, il tentativo del Partito comunista locale e del suo leader Alexander Dubcek di avviare un profondo programma riformista con la restaurazione delle libertà civili e politiche.  

Il "nuovo corso" non metteva in discussione l’appartanenza del Paese al Patto di Varsavia, né aveva l'intento di abbattere il regime comunista, ma viene visto dalla Russia come tentativo di democratizzare il socialismo reale.

Leonid Breznev, allora leader del Pcus, giustifica l’aggressione militare con la necessità di salvare ‘’le conquiste del socialismo’’, enunciando la dottrina della "sovranità limitata", secondo cui ciascuno Stato socialista, in cui si potessero cogliere avvisaglie di restaurazione dei rapporti di potere capitalistici, deve accettare l’intervento della comunità nella propria politica interna.

Pochi mesi dopo l'invasione, il 16 gennaio 1969 il 21enne Jan Palach decide di darsi fuoco in piazza San Venceslao per protesta, diventando un simbolo della resistenza.

(Unioneonline/F)