Il 16 aprile 1988 il terrorismo tornava a colpire duramente lo Stato.

A cadere sotto i colpi delle Brigate Rosse fu Roberto Ruffilli, senatore della Democrazia Cristiana e consigliere dell'allora segretario di partito Ciriaco De Mita.

I killer lo raggiunsero nella sua casa di Forlì, suonando alla porta travestiti da postini.

Quindi gli spararono tre proiettili alla testa.

L'indomani, a Roma, la rivendicazione del delitto, che riportò alla memoria la tragica vicenda di Aldo Moro.

Ruffilli era anche docente universitario a Bologna e, negli anni Settanta, aveva insegnato Scienze Politiche a Sassari.

I suoi aguzzini - Stefano Minguzzi e Franco Grilli - vennero presto arrestati, processati e condannati all'ergastolo.

(Unioneonline/l.f.)

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