I sospetti sulla possibile insolvenza del debito pubblico italiano sono "oggettivamente infondati".

Lo ha detto il presidente della Consob, la commissione nazionale per le società e la Borsa, Paolo Savona, nel suo intervento all'incontro annuale con la comunità finanziaria, a Palazzo Mezzanotte, a Milano.

L'accademico sardo ed ex ministro degli Affari europei ha portato l'esempio del Giappone: "Se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell'ordine del 200% rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica".

Per Savona "ciò non significa che non esista un limite all'indebitamento, ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del Pil".

"Se il criterio di razionalità indicato venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di governo, si restituirebbe a debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori. Il raggiungimento di questa condizioni allontanerebbe i sospetti sulla possibile insolvenza del nostro debito pubblico, oggettivamente infondati", ha aggiunto l'ex ministro.

Per Savona l'Italia è vittima di "giudizi negativi prossimi a pregiudizi" da parte di "istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati", che portano a una "valutazione distorta delle nostre reali condizioni".

Per spiegare questa situazione - in cui "le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano un'immagine distorta della realtà" - il presidente di Consob ha citato il mito della caverna, attribuendolo però nel discorso scritto erroneamente al filosofo Socrate e non a Platone, per poi correggersi nella lettura.

(Unioneonline/F)
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