"In questo momento gli attestati di solidarietà lasciano il tempo che trovano, servono subito interventi immediati perché qui tra pochi giorni si lasceranno 200 dipendenti a casa offrendo scarse prospettive ai pochi che restano in servizio".

All'indomani dell'ufficializzazione della crisi all'interno della Rwm il sindaco di Domusnovas Massimo Ventura lancia la mobilitazione annunciando la convocazione di una seduta del Consiglio Comunale nella fabbrica di esplosivi e l'organizzazione di una manifestazione davanti al palazzo del Consiglio Regionale "nella quale mi piacerebbe vedere schierati tutti i primi cittadini del territorio e i sindacati interessati". Al termine dell'assemblea di fabbrica (nella quale sono stati annunciati 80 tagli nel personale interinale e 90 cassaintegrazioni, su un totale di 240 dipendenti) le segreterie sulcitane della Ficltem Cgil e della Femca Cisl si sono subito attivate per convocare dei tavoli a livello ministeriale senza rinunciare a sparare qualche siluro anche verso la Rwm.

"Se, come tutti auspichiamo, si riuscirà a superare questa crisi sarà opportuna una serie riflessione sulla governance dell'azienda", dicono i portavoce sindacali.

Intanto giungono attestati di solidarietà a lavoratori e famiglie da parte del sottosegretario di Stato alla Difesa Giulio Calvisi che assicura il proprio impegno per la ricerca di soluzioni: "Nei prossimi giorni incontrerò i vertici aziendali, le rappresentative sindacali e i sindacati per studiare assieme possibili soluzioni. Lavorerò anche con altri rappresentanti del Governo, in particolare con il sottosegreatario al Mise Alessandra Todde per individuare misure a tutela dei lavoratori e delle loro famiglie".

Sulla questione, esprimendo "preoccupazione per una giusta applicazione della Legge 185 del '90 le cui conseguenze sono state, però, scaricate unicamente su lavoratori e famiglie", interviene anche il Comitato Riconversione Rwm il quale non rinuncia a proporre "progetti di riconversione civile per i quali la stessa legge 185 del '90 riserva degli appositi finanziamenti" e l'abbandono "di un'economia basata sull'industria bellica che, tra l'altro, è soggetta a fluttazioni globali incontrollabili".
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